Attualità, 3/2015, 15/03/2015, pag. 197
Non come latte e miele
Le Chiese nell'Europa centro-orientale dopo il comunismo
Paul M. Zulehner
Non si tratta di riandare col ricordo al tempo che fu. Ma di reimparare la lezione di quegli interminabili anni che segnarono profondamente le Chiese e le società dell’Est europeo, analizzando i cambiamenti reali e le illusioni spezzate. Abbiamo chiesto al sociologo Paul Michael Zulehner un bilancio al futuro. «Le Chiese dell’Europa centro-orientale hanno davanti a sé un tempo nel quale occorre imparare il libero scambio di opinioni, il dialogo aperto, la critica e l’elaborazione collettiva dei conflitti, pena il rischio di trovarsi come un corpo estraneo non libero in mezzo alle culture della libertà riconquistata, specialmente per ciò che riguarda gli intellettuali le donne e i giovani. Non è saggio scambiare il vecchio nemico del “comunismo” (orientale) con il nuovo nemico del “liberalismo” (occidentale). La forza delle Chiese di domani deve venire di nuovo dall’interno del Vangelo, e non da un’inimicizia che ha il fiato corto. Le Chiese devono prendere posizione per qualcosa, e non combattere contro qualcosa». Papa Francesco mostra magnificamente come si fa.
Dopo avere analizzato i casi lituano, russo (Regno-att. 1,2015,8), ungherese (cf. Regno-att. 2,2015,79), presentiamo, attraverso le testimonianze raccolte da Francesco Strazzari e da Sarah Numico, altri quattro paesi: Slovacchia, ex Germania orientale, Serbia e Bulgaria.
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