Attualità, 3/2015, 15/03/2015, pag. 159
Ciad - Boko Haram: si può vincere
A colloquio con il missionario gesuita p. Franco Martellozzo
Giusy Baioni
Era il 1963 quando padre Franco Martellozzo, giovane studente gesuita, arrivava per la prima volta in Ciad con una chitarra in spalla. La capitale si chiamava ancora Port Lamy (oggi N’Djamena). Da allora, è passata una vita: oltre trent’anni a Bousso, poi, nel 1994, una nuova missione a Mongo, nel Nord del paese, dove la stragrande maggioranza della popolazione è musulmana. E da lì, oggi, ci racconta che cosa si muove sul terreno. Il Ciad è entrato da poco sulla scena internazionale come agente cruciale nella lotta a Boko Haram, che ha ormai da tempo valicato le frontiere nigeriane. Ora i paesi limitrofi si sono impegnati in una battaglia di cui il Ciad sembra il capofila. Poco se ne sa e poco se ne parla, qui. Ma il ruolo del Ciad, con il suo esercito organizzato e la sua determinazione, può essere cruciale nell’auspicata svolta che metta a tacere i fanatici di Abubakar Shekau (cf. Regno-att. 1,2015,27).
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