Attualità, 22/2014, 15/12/2014, pag. 754
Scandali a Roma: tra noncuranza e indignazione
Appunti per un'autocritica cattolica
La sensazione è quella del già vissuto. L’esplosione di uno scandalo a Roma può essere una sorpresa solo per chi non ha memoria. Con due varianti: o perché l’ha perduta o perché l’ha cancellata. Possono mutare le modalità e, naturalmente, i protagonisti, ma c’è una continuità di fondo che si fa evidenza storica per chi abbia la pazienza di prelevare dal passato, anche a caso, qualche campione significativo. Si va dalla remota sentenza di Giugurta, il re di Numidia, che descrive l'antica Urbs repubblicana come pronta a vendersi se avesse trovato un compratore, all'incredibile avventura post-papalina di quella Banca Romana che stampava due volte la stessa cartamoneta e teneva a libro paga i rappresentanti del popolo. Si passa da un Medioevo popolato di avventurieri senza scrupoli e simoniaci senza ritegno per giungere alle penultime poco memorabili gesta «palazzinare» e relativi manutengoli capitolini e/o ministeriali.
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