Attualità, 22/2014, 15/12/2014, pag. 772
Casaroli: il mediatore
Ostpolitik, gli obiettivi pastorali dell'opera della sua vita
Nel settembre del 2008, predicando nella cattedrale metropolitana di Buenos Aires, l’arcivescovo Jorge Mario Bergoglio ricordava Agostino Casaroli. Lo definiva «quel grande cardinale che ha avuto la Chiesa», citava come sua strada abituale «il martirio della pazienza» e affermava che la sua «grande diplomazia che ha dato tanti frutti alla Chiesa» si era alimentata con la carità.
Ad esempio di questa carità portava il suo affetto per i ragazzi del carcere minorile romano: «C’è una cosa, un aneddoto della vita del card. Casaroli che mi ha sorpreso. Ogni sabato pomeriggio il cardinale scompariva, “sta riposando” si diceva. Un giovane prete andava a un istituto correzionale per minori, un riformatorio. Era un cappellano molto buono che andava in autobus con la sua valigetta, e si fermava lì confessando i ragazzi, giocava con loro. Lo chiamavano don Agostino, nessuno sapeva molto di più».
Il futuro papa Francesco vedeva in Casaroli il paradigma del «mediatore».
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