Attualità, 8/2013, 15/04/2013, pag. 218
Medio Oriente - Iraq: la speranza di Sako. L'insediamento del nuovo patriarca caldeo
Nell’agosto 1990 le truppe irachene del dittatore Saddam Hussein invadevano il Kuwait, ma venivano sconfitte nel febbraio 1991 da una vasta coalizione internazionale che operava su mandato dell’ONU. Dopo il ritiro dal Kuwait, il paese, (superficie 434.128 chilometri quadrati, popolazione allora di 22.046.244 abitanti, ora di 33.330.510 abitanti) subì un forte degrado economico a causa dell’embargo imposto dalle Nazioni Unite. Nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2003, gli USA e il Regno Unito, nonostante il parere contrario degli altri membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU (Francia, Cina e Federazione Russa), diedero il via all’invasione del paese. Il 9 aprile Baghdad cadde e i marines entrarono nella piazza del Paradiso, dove venne abbattuta la statua di Saddam Hussein. È tuttora visibile la base della colonna sulla quale si ergeva il grande monumento. L’ex presidente iracheno venne catturato dai soldati americani in un villaggio nelle vicinanze di Tikrit il 13 dicembre. Sottoposto a processo nel 2005 da un Tribunale iracheno, venne condannato a morte per impiccagione. La Corte d’appello confermò la sentenza, che fu eseguita alle 6 del mattino del 30 dicembre 2006, nel giorno della festa del Sacrificio, la maggiore solennità islamica.
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