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Attualità
Attualità, 2/2013, 15/01/2013, pag. 57

Un profilo del Novecento: La libertà e il male

B. Spinelli
Il Novecento ha guardato da più lati nel buio profondo dell’individuo; ha messo in discussione la razionalità come scienza positiva riesaminando l’Illuminismo; ha affrontato la questione del male come fenomeno culturale o legato alle istituzioni sociali totalizzanti e alla bio-politica; ha guardato al suo esito storico attraverso la critica delle utopie. Nel Novecento, nel cuore dell’Europa civilizzatrice si è prodotto il più grande «buco nero» della storia, quella manifestazione radicale di male che chiamiamo da qualche anno Shoah. E non ci si è fermati lì. Il problema del male non è solo un problema speculativo. Esso esige la convergenza tra pensiero, azione (quale esercizio della responsabilità morale e politica) e trasformazione spirituale del sentimento per l’altro che ho di fronte. Qui l’esercizio della coscienza, cioè di una vigilanza critica volta alla costruzione di valori condivisi centrati sul primato della dignità della persona, è prioritario in ogni discorso sul potere. Barbara Spinelli affronta la questione attraverso le deformazioni del nostro linguaggio: il linguaggio come spia di un’etica, di una politica e di una teologia insufficienti.

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Unione Europea: una crisi più che economica. L'Europa imbalsamata, mentre la storia precipita

B. Spinelli
Per tanti aspetti i conflitti che attraversano l’Europa, mentre la crisi del debito sovrano sembra non finire, ci riportano indietro nella storia di decenni: a delle relazioni pre-comunitarie, alla competizione tra stati sovrani, alla dittatura economica del thatcheriano «non c’è alternativa», alla messa in discussione dello stato sociale, pilastro del modello europeo. Mentre il Comitato per il Nobel assegna il prestigioso premio per la pace proprio all’Unione Europea, perché negli ultimi 60 anni il suo ruolo di stabilità «ha aiutato a trasformare la gran parte d’Europa da un continente di guerra a un continente di pace». Ma la storia precipita. Decostruendo e riclassificando i termini «conflitti» e «solidarietà» Barbara Spinelli risale alle origini dell’ispirazione europeista e dell’avventura dell’Unione, per dimostrare che in realtà «quello che è avvenuto dopo il 2007-2009 ha esasperato una crisi che c’era già, perché è da molto tempo che la sovranità degli stati nazionali… è fittizia». Non c’è alternativa all’ultimo passo necessario, quello dell’unione politica.
Attualità, 2004-4

Giovanni Paolo II: l'inventio della memoria

B. Spinelli
Il tema della memoria, della «riconciliazione della memoria», acquisizione centrale del pontificato di Giovanni Polo II e sua impegnativa eredità, è l’oggetto di questo dossier, affidato alle riflessioni di Barbara Spinelli, Piero Stefani e Rainer Kampling. Il tema trova la sua raffigurazione più alta nel gesto voluto e celebrato da Giovanni Paolo II nel cuore del giubileo del 2000: la richiesta di perdono per le colpe accumulate della Chiesa popolo di Dio, con le quali si è recata «offesa a Dio, danno ai fratelli e reso una contro-testimonianza al Vangelo». Per il papa, il passato è al presente il luogo della responsabilità dei cristiani, secondo un’ermeneutica della storia che non considera il passato mai definitivamente compiuto. Il tema della purificazione della memoria è affidato a tutti per poter ricordare senza essere sopraffatti dal ricordo e percorrere il tempo futuro (Spinelli). Questa riconciliazione non si compie definitivamente sul piano storico, ed evidenzia una dimensione trascendentale del ricordo: la purificazione piena della memoria è un mistero affidato alla Gerusalemme discesa dal cielo (Stefani). Il gesto compiuto solennemente a Roma (12 marzo 2000) e prolungato drammaticamente a Gerusalemme presso il muro occidentale del Tempio (26 marzo 2000) descrive l’intuizione di una teologia di Israele in Giovanni Paolo II (Kampling), secondo una linea di riflessione simbolica che va da Roma a Gerusalemme.