Attualità, 12/2012, 15/06/2012, pag. 383
Macedonia-Note di viaggio: ai confini degli imperi. Involuzione politica e identità etnico-religiose
Dopo una pacifica uscita dalla Iugoslavia, nel 1991, la Repubblica di Macedonia ha mantenuto una sua autonomia statuale, con gli stessi confini.1 È un paese multietnico (66,6% macedoni, 22,7% albanesi, 4% turchi, 2,2% rom, 2,1% serbi, 2,4% altri) e multireligioso (67% cristiani ortodossi, 30% musulmani, 3% altre religioni) con capitale Skopje e con una popolazione di 2.100.000 abitanti. Dal 2006 è al potere una coalizione conservatrice guidata dal primo ministro Nikola Gruevski. La questione internazionale aperta più grave, e che continua a impedire l’ingresso della Macedonia nell’Unione Europea e nella NATO, è la disputa sull’uso del nome «Macedonia» con la Grecia, la quale teme che un tale uso esprima aspirazioni annessionistiche sulla sua regione del Nord.2 Così permane l’anacronismo di un paese che in campo internazionale è denominato per quello che non è più: Former Yugoslav Republic of Macedonia (FYROM),Repubblica ex-iugoslava di Macedonia. La situazione economica è assai delicata, con povertà diffusa e retribuzioni basse (lo stipendio medio netto è di circa 350 euro). Altissima è la disoccupazione (oltre 30%). Qualche compensazione viene da una diffusa economia sommersa. Manca un vero e proprio settore industriale moderno in espansione. L’agricoltura ha grandi potenzialità ma è condotta con metodi superati.
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