Attualità, 10/2012, 15/05/2012, pag. 305
Dibattito - Crisi della Chiesa, crisi di Dio: cambi di prospettiva. 10 linee guida per rinnovamento
Dovunque si parla di una crisi della Chiesa, soprattutto nelle culture moderne dell’Europa occidentale e dell’America del Nord. Si lamentano le cifre in calo: il numero dei fedeli si riduce a causa delle uscite dalla Chiesa; vi sono meno preti per la rete delle comunità cristiane che si è costituita nel tempo; gli ordini e le congregazioni religiose, soprattutto di vita apostolica, o muoiono o si salvano espandendosi in altri continenti. Una profonda crisi di Dio parrebbe aver profondamente intaccato il mondo. Il cristianesimo starebbe morendo. L’evocazione della crisi fa anche comodo ad alcuni. Quanti non hanno mai accettato pienamente il Concilio gli attribuiscono la colpa della crisi. Sostengono che prima la Chiesa era in buone condizioni. Le sue mura contro il mondo (cf. Ne 2,17) l’avevano preservata dalla secolarizzazione. Essa aveva potuto realizzare senza ostacoli il suo programma millenario: salvare gli eletti dalla massa damnata (la massa dei dannati, secondo l’espressione di Agostino) dell’empio mondo corrotto, secolarizzato e relativistico. La Chiesa era talmente lontana dal mondo contemporaneo da non aver bisogno di alcuna «de-mondanizzazione» (Benedetto XVI). Evidentemente chi vede la causa della crisi nel Concilio vuole riformare la Chiesa riportandola nello stato in cui si trovava prima.
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