Attualità, 4/2011, 15/02/2011, pag. 130
Sulla tradizione. Riti, celibato e qualche ipocrisia
P. Stefani
Le truppe ottomane avevano appena conquistata Costantinopoli quando Niccolò Cusano scrisse il suo De pace fidei (1453). L’opuscolo si apre con un sogno apocalittico. La scena iniziale, infatti, è una visione celeste. Da essa prende le mosse un dialogo in cui da una parte sono presenti i rappresentanti di vari gruppi religiosi o etnici, mentre dall’altra vi sono i veri protagonisti delle tre parti in cui è diviso il libro: rispettivamente il Verbo, Pietro e Paolo. Le prime due sezioni, poste sotto il predominio del Logos, esprimono la portata universale dei misteri cristiani della Trinità e dell’incarnazione. La terza è invece dominata dalla questione dei riti.
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