Attualità, 14/2011, 15/07/2011, pag. 478
Eleonora Fonseca Pimentel. Colta, idealista, impolitica
Non fosse morta così tragicamente, appesa a una forca tra il dileggio della plebe napoletana, unica donna tra i giustiziati del 20 agosto 1799, forse la fama di Eleonora Fonseca Pimentel sarebbe ancora più esile di quanto non sia. Mediocre ma precoce verseggiatrice di componimenti d’occasione tanto in voga ai suoi tempi, elogiati senza troppa convinzione dal Metastasio; membro dell’accademia locale dell’Arcadia col nome di Altidora Esperetusa; di intelletto vivace e pieghevole in diversi campi del sapere, dalle scienze matematiche alla botanica, ella rispecchia quello spirito curioso e quell’idea enciclopedica della conoscenza che appaiono assai diffusi nel colto Settecento, anche fra le donne dei ceti più elevati: sicché sarebbe eccessivo riconoscerle una levatura particolare a questo livello, a confronto con altre gentildonne della buona società napoletana, fra tutte la principessa Faustina Pignatelli.
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