Attualità, 18/2010, 15/10/2010, pag. 585
Italia - La crisi del paese: la politica d'inverno. L'obiettivo di una stabile instabilità
È come se questa stagione della nostra vita politica avesse consumato ed esaurito in sé tutte le stagioni precedenti. Ogni linguaggio, ogni riferimento storico-ideale, ogni corrispondenza di valore tra le parole e il loro significato è andata perduta. Dovevamo portare il nostro sistema democratico oltre il 1989, rilegittimandolo, lo abbiamo condotto in una terra di nessuno, nella quale stiamo consumando democrazia. L’avvilupparsi assieme di una crisi economica che è divenuta crisi sociale, e di una crisi politica che è divenuta istituzionale; l’immondizia di Napoli o il turismo morboso di Avetrana incrementato dai media, l’esplosione dei sindacati o l’autonomismo del Nord come sindacato dei territori, il separatismo politico siciliano e lo scontro quotidiano tra tutti i poteri dello stato: tutto questo dice che stiamo consumando la nostra democrazia. Senza che il ceto politico attuale, così esausto e logorato, sembri in grado di abbozzare una risposta in termini generali. Questa vicenda s’è ccelerata ed è esplosa nella crisi politica dell’estate 2010. E oggi è a un passo dall’andare fuori controllo.
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