Attualità, 12/2009, 15/06/2009, pag. 387
Trepida fede nell'umanità. Considerazioni a partire dall’autobiografia di Arrigo Levi
Levi non pensò fin dall’infanzia di diventare giornalista; egli s’immaginava piuttosto, come era tipico dei membri della sua famiglia, d’essere avvocato a Modena. Né poteva prevedere che le ricadute personali della «grande storia» novecentesca avrebbero condotto prima la sua famiglia in Argentina e in seguito lui a prendere parte alla guerra d’indipendenza d’Israele e a soggiornare a lungo, negli anni Cinquanta, a Londra. Tanto meno avrebbe potuto prevedere che si sarebbe identificato, sia pure in modo diverso, con ognuno di questi ambiti. Quella del giornalismo fu, per così dire, una vocazione imposta dalle circostanze, il che rappresenta sempre un sigillo d’autenticità.
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