Attualità, 10/2009, 15/05/2009, pag. 353
L'ospitalità di Abramo. L'accoglienza di Dio
Chi è l’ospite? La persona che ci viene incontro, prima ancora che ne conosciamo il nome; chi ci accoglie nella sua casa, nel suo paese, chi ci fa spazio nella parola e nel messaggio che ci viene rivolto. L’ospite è colui che ospita e contemporaneamente colui che è ospitato, in una pura e universale condivisione dell’essere uomini che precede ogni norma sociale, e nella quale l’unico dono possibile è quello della presenza. L’ospite, com’è rivelato in molti luoghi della letteratura di tutti i tempi, nella riflessione sapienziale e nella Scrittura, è Dio stesso. Nei giorni in cui l’Italia rischia la propria immagine di civiltà, riflettere sull’ospitalità – e sui concetti collegati di estraneità, ostilità, dominio, apertura, reciprocità – in termini filosofici e teologici significa fare luce su ciò che è originario nell’essere uomini. Ma insieme significa anche mettere in questione la nostra cultura europea dell’«ospite dimenticato»: la ricerca messa in atto dalla razionalità occidentale di un’identità basata sull’esclusione dell’altro e sulla definizione dello spazio ai fini del dominio.
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