Attualità, 18/2008, 15/10/2008, pag. 651
Vedere ed essere visti. Consistenza e vanità dell'immagine
Chi è dotato di sensi ogni tanto si chiede cosa avvenga a coloro che sono privi di queste facoltà, cosa sia la vista per un cieco e il suono per un sordo. Inevitabilmente si è costretti a pensare a una mancanza e sulle prime non si comprende che l’espressione «essere diversamente abili» può, per una volta, venire sottratta all’aura di convenzione (a volte persino ipocrita) di cui è circondata per essere collocata in un contesto più adeguato. Nell’Istituto dei ciechi di Milano vi è un percorso accidentato privo di qualsiasi luce: in questo buio una persona non vedente conduce gli smarriti possessori di vista. Trasferito dal piano simbolico a quello della lettera, il detto evangelico viene capovolto (cf. Mt 15,14; 23,16-19): qui il cieco è guida sicura.
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