Attualità, 18/2007, 15/10/2007, pag. 637
Libertà religiosa e diritto: lo stato secolarizzato e i suoi valori
«Lo stato liberale secolarizzato vive di presupposti normativi che non può garantire». La celebre tesi del costituzionalista tedesco Ernst-Wolfgang Böckenförde, coniata 40 anni fa, ha offerto un elemento importante per lo sviluppo del discorso filosofico circa i rapporti tra lo stato secolare, le confessioni e le religioni. Oggi, in presenza di un contesto pluralistico all’interno del quale sono in crescita anche religioni, come l’islam, che non riconoscono il presupposto della separazione tra l’ordine politico e quello religioso, è necessario porsi un’ulteriore domanda: uno stato condizionato da forme culturali così composite potrà garantire in termini adeguati la libertà di religione, la neutralità religiosa e la condizione di parità di tutte le religioni, senza che di riflesso lo zoccolo culturale su cui esso stesso si fonda ne venga progressivamente sgretolato, svuotato o privato della sua specifica capacità di coesione? L’ipotesi avanzata da Böckenförde presenta una significativa convergenza con la concezione proceduralista di Jürgen Habermas: «Al posto di vaghi richiami ai valori sarà la lealtà nei confronti della legge a costituire il fondamento della convivenza civile».
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