Seribia-Montenegro: la tempesta non si è placata
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Di fronte ai tentennamenti, alle sgrammaticature, alle ambiguità di alcuni esponenti dell’attuale destra di governo e di fronte a un clima di radicalizzazione che ha coinvolto alcuni commentatori e alcuni esponenti della sinistra, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Cuneo il 25 aprile per le celebrazioni del 78° anniversario della Liberazione d’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista, ha ricordato nell’ordine: il rapporto costitutivo tra antifascismo e Resistenza e tra Resistenza e Costituzione; tra Costituzione repubblicana e forma e valori delle istituzioni democratiche; tra antifascismo, Resistenza e principi di civiltà, che furono programmaticamente conculcati e annichiliti, in nome di teorie aberranti, dal fascismo.
La rivolta morale dei resistenti – ha detto il presidente – fu un movimento patriottico per il riscatto della nazione; la guerra di liberazione dal nazifascismo riguardò in forma plurale culture e componenti diverse della società e delle istituzioni; il significato attuale della Resistenza riguarda i valori condivisi di libertà e solidarietà, evidenziando come a livello internazionale quei valori siano oggi nuovamente minacciati in Europa, con la guerra d’invasione Russa in Ucraina.
Due le affermazioni che vanno oggi a correggere atteggiamenti politici inadeguati: non si può essere post-fascisti senza essere antifascisti; la Resistenza è patrimonio di tutti, non monopolio di qualcuno.
Sento che la vita a Hong Kong, compresa quella della nostra Chiesa, sta diventando sempre più simile a un’esistenza tra le crepe. Un tempo godevamo di molto spazio e libertà di espressione, potevamo esprimere le nostre opinioni in qualsiasi modo. Naturalmente, come cristiani, dobbiamo salvaguardare le nostre lingue dall’immoralità e dall’ipocrisia. Ma quello spazio per la nostra libertà ed espressione, che avevamo dato per scontato, sembra diminuire.
«La Segreteria di stato rileva che alcuni contenuti dell’iniziativa legislativa – particolarmente nella parte in cui si stabilisce la criminalizzazione delle condotte discriminatorie per motivi “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere” – avrebbero l’effetto di incidere negativamente sulle libertà assicurate alla Chiesa cattolica e ai suoi fedeli dal vigente regime concordatario. Diverse espressioni della sacra Scrittura, della Tradizione ecclesiale e del magistero autentico dei papi e dei vescovi considerano, a molteplici effetti, la differenza sessuale, secondo una prospettiva antropologica che la Chiesa cattolica non ritiene disponibile perché derivata dalla stessa Rivelazione divina». Sono le osservazioni che la Segreteria di stato vaticana – Sezione per i rapporti con gli stati (diretta dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher) ha inviato all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede con una Nota verbale datata 17 giugno, che è stata resa pubblica dal Corriere della sera il 22 giugno.
Il disegno di legge noto come «Zan» dal nome del relatore, il deputato del Partito democratico Alessandro Zan, reca Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. È stato approvato dalla Camera dei deputati il 4 novembre 2020, e attualmente è all’esame della Commissione giustizia del Senato.
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