Svizzera-Chiesa: i vescovi e il vecchio esegeta
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«Il cambio d’epoca sancisce… anche un fenomeno con cui dobbiamo avere il coraggio e soprattutto la chiaroveggenza di fare i conti: intendere e celebrare il culto eucaristico come facevamo fino a qualche tempo fa non è più possibile o, almeno, è sempre più improbabile». In un’elaborazione originariamente nata per un’assemblea diocesana a Caltanissetta nel 2023 e qui proposta in forma rielaborata («“Gioirono al vedere il Signore”: eucaristia ed evangelizzazione»), il teologo Massimo Naro riflette sul senso dei congressi eucaristici oggi, avvertendo che «se gli atteggiamenti o i discorsi non corrispondono alla realtà, essi sono semplicemente retorici o, nel peggiore dei casi, ideologici». E nell’attuale contesto culturale «la Chiesa stessa, che annuncia il Vangelo e celebra il memoriale eucaristico, è il sacramento che deve segnalare al mondo e nella storia la presenza di Cristo Gesù, pronta però a sciogliersi dentro il mondo stesso e nella storia a mo’ del pizzico di sale che dà sapore alla pasta o del frammento di lievito che le conferisce spessore. Un congresso eucaristico, ai nostri giorni, dovrebbe svolgersi per illustrare questa logica e per additare questa prospettiva: occorre capovolgere le nostre dimissioni dalla speranza in nuovo slancio missionario, superando la crisi, anzi entrandovi dentro, attraversandola, per colmare il vuoto che essa produce in chi la subisce come qualcosa di indebito, come un cataclisma imprevisto, come una fine del mondo».
Un rapporto scomposto e scorretto con il denaro ingenera delicate problematiche etiche, prima fra tutte quella della corruzione.
La bolla d’indizione del giubileo 2025, promulgata nel maggio scorso da papa Francesco (cf. Regno-doc. 11, 2024,321), prende il suo spunto iniziale dalla Lettera ai Romani 5,5, «la speranza non delude».
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