Credo che si possa definire l’identità dell’Europa anzitutto da un punto di vista storico e culturale. Essa, infatti, non è un’espressione geografica ben definita: è soprattutto una storia, un modo di pensare e d’essere, l’esito aperto di un processo culturale che lungo i secoli ha coinvolto e accomunato popoli di lingue e tradizioni diverse.
Quasi due anni dopo ci siamo ritrovati, sempre nel monastero benedettino di Camaldoli, per gli «Stati generali della FUCI», durante i quali abbiamo approvato la Proposta formativa. Essa si rivolge a tutti quegli studenti e studentesse di buona volontà che desiderano coltivare una ricerca profonda di Dio, esercitare la propria coscienza per ritornare a dar senso alla vita, diventare tessitori di comunità vicini al proprio prossimo.
«La “dottrina della scoperta” non fa parte dell’insegnamento della Chiesa cattolica. La ricerca storica dimostra chiaramente che i documenti papali in questione, scritti in un periodo storico specifico e legati a questioni politiche, non sono mai stati considerati espressioni della fede cattolica. Allo stesso tempo, la Chiesa riconosce che queste bolle papali non riflettevano adeguatamente la pari dignità e i diritti dei popoli indigeni». La Nota congiunta sulla «dottrina della scoperta» dei Dicasteri per la cultura e l’educazione e per il servizio dello sviluppo umano integrale, pubblicata il 30 marzo 2023, ha voluto affrontare e risolvere definitivamente la questione della presunta «giustificazione teologica» data dalle autorità ecclesiastiche dell’epoca all’appropriazione delle terre degli indigeni da parte delle potenze coloniali. Il tema era riemerso periodicamente, ma soprattutto di recente in occasione della visita di papa Francesco in Canada (Regno-doc. 17,2022,532). La Nota ora pubblicata chiarisce anche che grazie a «un rinnovato dialogo con i popoli indigeni, soprattutto con quelli che professano la fede cattolica», la Chiesa ha acquisito «una maggiore consapevolezza delle loro sofferenze, passate e presenti, dovute all’espropriazione delle loro terre, che considerano un dono sacro di Dio e dei loro antenati, e alle politiche di assimilazione forzata, promosse dalle autorità governative del tempo, volte a eliminare le loro culture indigene».
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