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Attualità
Attualità, 10/1983, 15/05/1983, pag. 206

Lo sviluppo fra ricette e crisi

L.P.

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Documenti, 2025-15

Rimettere il debito ecologico

Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale

Con la nota tematica Giubileo 2025: remissione del debito ecologico, pubblicata il 24 giugno dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, la Santa Sede ha nuovamente chiesto che sia cancellato il debito estero dei paesi più poveri. Infatti mentre il debito ecologico è causato soprattutto dai paesi industrializzati, i costi del consumo eccessivo di risorse naturali rappresentano un pesante fardello per le generazioni future e per il pianeta, che grava eccessivamente sui paesi più poveri e ne limita lo sviluppo non solo economico, ma anche umano: in definitiva il debito estero dei paesi poveri e il debito ecologico di quelli dei paesi ricchi sono due facce della stessa medaglia. «Proprio questo squilibrio ha portato molti a ritenere che i paesi in via di sviluppo vantino, nei confronti dei paesi più industrializzati, un vero e proprio credito ecologico, che dovrebbe almeno in parte compensare il debito finanziario da cui sono gravati».

Il documento viene pubblicato a metà dell’anno santo 2025 e riprende una delle tradizioni più antiche di questi «anni giubilari» ecclesiastici: la cancellazione del debito dei paesi più poveri. La richiesta era già stata formulata nella bolla d’indizione emanata da papa Francesco Spes non confundit del maggio 2024 e nel messaggio per la giornata mondiale della pace 2025. Secondo il nuovo documento, non si tratta di un gesto di solidarietà o di generosità, ma di giustizia da ristabilire. Tali iniziative non mirano a penalizzare i paesi più ricchi, ma a costruire una «nuova alleanza tra i popoli», per la quale le Chiese devono lavorare.

Documenti, 2025-7

La liturgia nelle lingue maya

Dicastero per il culto divino; Conferenza dell’episcopato messicano; Card. Felipe Arizmendi

La Santa Sede ha approvato una serie di adattamenti liturgici per le comunità indigene dello Stato messicano del Chiapas, e secondo il card. Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas, questa decisione trasforma alcune espressioni indigene in «liturgia della Chiesa». Il Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha concesso la recognitio l’8 novembre 2024, approvando gli Adattamenti all’Ordinario della messa a uso facoltativo elaborati dalla Conferenza dell’episcopato messicano per le etnie tseltal, tsotsil, ch’ol, tojolabal e zoque. Le novità sono soprattutto tre: il ruolo di guida, in alcuni momenti della messa, di un laico (o laica), una danza tipica dopo la comunione e il servizio delle «incensatrici» durante la celebrazione.
Pubblichiamo:

 La lettera del prefetto del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, il card. Arthur Roche, che accompagna il decreto di riconoscimento degli adattamenti (www.aciprensa.com, 15.11.2024, nostra traduzione dallo spagnolo);

 Gli Adattamenti della Conferenza dell’episcopato messicano all’Ordinario della messa per uso facoltativo(www.aciprensa.com, 15.11.2024, nostra traduzione dallo spagnolo);

 La Nota esplicativa della Conferenza dell’episcopato messicano sugli adattamenti liturgici approvati (www.cultodivino.va, 25.11.2024);

 L’articolo Adattamenti liturgici indigeni del card. Felipe Arizmendi, vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas (www.aciprensa.com, 13.11.2024, nostra traduzione dallo spagnolo).

Documenti, 2024-19

Sulla diversità di genere e sessuale

Dichiarazione del progetto ecumenico norvegese Felleskristen

Il 15 ottobre è stata pubblicata una Dichiarazione ecumenica sulla diversità di genere e sessuale, elaborata dai rappresentanti di oltre 30 organizzazioni e denominazioni cristiane in Norvegia, tra cui i vescovi cattolici. Il testo intende tra l’altro reagire al Piano d’azione del Governo norvegese per la diversità di genere e sessualità (2023-2026), che ha l’obiettivo dichiarato di influenzare tutti i settori della società affinché accettino e si adattino al concetto di «diversità di genere e sessualità». Così viene spiegato l’intento del progetto ecumenico nel sito aperto appositamente: «Nella situazione spirituale e culturale di cui tutti facciamo parte, rispettiamo pienamente come cristiani che molte persone la pensino diversamente da noi. Ciò è del tutto naturale in una società pluralistica e laica. (…) Ma affermeremo il nostro diritto di costruire la nostra vita su valori diversi da quelli considerati “moderni”, “progressisti”, “politicamente corretti” ecc. Tuttavia ciò non significa che abbiamo qualcosa contro tutti coloro che non sono d’accordo con noi. Il messaggio contenuto nella dichiarazione e in questo progetto è innanzitutto una difesa di ciò in cui noi cristiani crediamo e su cui vogliamo costruire la nostra vita. Il messaggio non intende condannare tutto ciò con cui non siamo d’accordo, ma è un positivo a verità, valori e convinzioni che sono di fondamentale importanza per noi».