Per quanto paradossale possa sembrare, la storia sovietica, e in particolare quella delle repressioni, ci riguarda da vicino, in quanto europei e in quanto italiani.
Il volume Proteggi le mie parole (a cura di S. Bondarenko e G. De Florio, edizioni E/O, Milano 2022) raccoglie 25 «ultime dichiarazioni» di russi e russe perseguitate dal loro governo. In Russia è diritto di ogni imputato a processo pronunciare un’ultima dichiarazione – chiamata «ultima parola» – prima che venga emessa la sentenza. Questa lunga tradizione, inaugurata durante i terribili processi degli anni Trenta del XX secolo e diffusasi nel periodo della dissidenza degli anni Sessanta e Settanta, continua ancora oggi.
Il 12 settembre 2021 gli arcivescovi di Luzon settentrionale nelle Filippine – mons. Marlo Peralta di Nueva Segovia, mons. Socrates Villegas di Lingayen Dagupan e mons. Ricardo Baccay di Tuguegarao – hanno pubblicato un Messaggio pastorale congiunto sulla cultura dell’omicidio e del saccheggio. Così descrivono la situazione del loro paese: «È come vivere nella valle della morte: uccisione di tossicodipendenti e oppositori; morte senza fine a causa della pandemia, morte a causa di un governo senza visione, morte a causa di una corruzione indecente che sembra battere ogni record». Negli ultimi anni (quelli della presidenza di Rodrigo Duterte) «più di 30.000 poveri filippini sono stati uccisi nella campagna contro le droghe illegali. Sono stati uccisi giornalisti, assassinati oppositori politici, eliminati giudici dei tribunali, colpiti preti e maltrattate e minacciate voci critiche».
Di fronte a questa situazione, a partire dagli insegnamenti del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa s’invoca una resistenza civile da parte dei cittadini, un’approfondita indagine su tutti i casi di corruzione ed elezioni libere nel maggio del 2022.
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