La solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, il 29 giugno, ha coinciso con uno dei momenti-simbolo nel cambio di paradigma nei rapporti tra il papato e la Chiesa globale, con il primo vescovo di Roma nato negli USA, Leone XIV, che ha imposto il pallio a 8 arcivescovi del proprio paese.
Northrop Frye, nel 1982, definì la Bibbia come un «grande codice» culturale, per dire che è stata e continua a essere un immenso repertorio da cui artisti, narratori, poeti, musicisti, filosofi, studiosi di tante discipline umanistiche, ma anche scientifiche, hanno ricavato e non cessano di trarre le loro immagini, i loro simboli, i loro concetti, i loro principali e più suggestivi riferimenti ideali, etici, estetici.
Fra i tanti elementi di novità portati da Francesco, immediatamente percepibile è stato l’impulso all’ecumenismo. Lo ha espresso fin da subito dicendosi «vescovo di Roma» e lasciando sullo sfondo altri titoli, ecumenicamente problematici.
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