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l'Ospite

«Quanto più… tanto più»

Carissimi e carissime,

vivere il tempo d’Avvento in questi giorni di incertezza e di fragilità è un grande regalo. Lo Spirito santo, potente soffio di Dio, viene in aiuto al nostro fiato corto con la Parola del Dio vivente: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (Is 9,1).

Di questa parola profetica noi abbiamo bisogno, di questa luce divina il nostro sguardo va in cerca per riconoscere il segno che il Signore viene anche in questo nostro tempo. L’Emmanuele, il Dio con noi, non ha altro desiderio che donarci la capacità di sostenere e di orientare questo nostro tempo per riaccendere in noi la vita con quella speranza, dono esclusivo di Dio, che ci fa sperare anche l’insperato.

Solo la relazione viva con l’Emmanuele ci può insegnare a vivere dentro il nostro oggi in modo lucido e interrogante con pazienza, mitezza e fortezza. Alla fine dell’enciclica Fratelli tutti papa Francesco così scrive: «Se la musica del Vangelo smette di vibrare nelle nostre viscere, avremo perso la gioia che scaturisce dalla compassione, la tenerezza che nasce dalla fiducia, la capacità della riconciliazione che trova la sua fonte nel saperci sempre perdonati-inviati. Se la musica del Vangelo smette di suonare nelle nostre case, nelle nostre piazze, nei luoghi di lavoro, nella politica e nell’economia, avremo spento la melodia che ci provocava a lottare per la dignità di ogni uomo e donna». (Fratelli tutti, n. 277; Regno-doc. 17,2020,572) Ecco la fonte autentica della nostra speranza!

Scrive l’autore della lettera agli Efesini: «Fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da sapienti, facendo tesoro del tempo perché i giorni sono cattivi. Non siate sconsiderati, ma cercate di discernere qual è la volontà del Signore» (Ef 5,16s).

Proprio in quei giorni cattivi che sono anche i nostri la Lettera agli Efesini non propone vie di fuga o di disimpegno, ma invita con precisione a impegnarsi andando contro corrente, assumendo la forma e la mentalità di colui e di colei che resiste perché fondati sulla promessa di Dio che ha un nome: Gesù Cristo, il Dio con noi.

D’altra parte, non abbiamo altro tempo che questo per vivere la nostra umanità e la nostra fede. Un giorno alla volta come artigiani e artigiane di speranza perché «la speranza è audace, sa guardare oltre la comodità personale, le piccole sicurezze e compensazioni che restringono l’orizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa». (Fratelli tutti, n. 55 Regno-doc. 17,2020,572).

Ci viene in mente la testimonianza di don Gianni che, nelle difficoltà, nelle prove e nelle sofferenze, amava ripeterci: «Quanto più, tanto più». Era come una «giaculatoria» per lui e così spiegava: «Quanto più la vita ti mette alla prova, tanto più rispondi con la preghiera e la carità».

Preghiera e carità perché ogni istante del nostro tempo diventi avvento del Signore.

Ognuno di noi potrebbe declinare questo binomio:

Quanto più sono disorientato/disorientata, tanto più invoco lo Spirito santo con fiducia.

Quanto più sento venir meno le forze, tanto più mi fermo e ascolto la Parola. Quanto più avverto in me l’incapacità di affrontare l’oggi, tanto più ricomincio invocando il nome di Gesù, Colui che salva.

Quanto più mi sento solo/sola, tanto più invento modi nuovi per uscire da me.

Quanto più vedo davanti a me solo indifferenza e chiusura, tanto più continuo a compiere piccoli gesti d’amore.

Quanto più sono travolto/travolta dall’incomprensione di molti, tanto più continuo soltanto a camminare in avanti compiendo il bene.

Quanto più... tanto più…

Buon cammino, sperando anche l’insperato con l’Emmanuele.

 

Emilia e la Piccola fraternità di Gesù

www.piandellevro.it

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