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l'Ospite

Giacomo Stefani

Ero in Grecia e ho incontrato alcune persone subito prima e il giorno stesso del referendum per il «sì» o per il «no» indetto dal governo Tsipras. Mi sono semplicemente fermato ad ascoltare, per provare a capire qualcosa di più su come vivono questa drammatica situazione di crisi greca i suoi protagonisti «dal basso».

Zia Oste. «Io non credo che andrò a votare, è da un po’ che non seguo più la politica, fanno troppe chiacchiere. Quando torno a casa e mi capita di guardare la TV se trovo un canale in cui si parla di politica ormai cambio immediatamente e cerco una commedia o qualcosa di divertente. Ma secondo me Tsipras non sta facendo bene al paese, la gente ha troppa paura, questo si vede anche dalle tante prenotazioni disdette dai turisti. Forse per la Grecia è meglio se vince il sì».

Rent a car Nico. «Io non riesco ad andare in pensione a 66 anni e prenderei 350€ che già non mi basterebbero per viverci, ora parlano di passare la pensione a 300€. Se questa dev’essere l’Europa allora è un’Europa criminale. In Germania dicono che qui non è sicuro, consigliano di non venire in vacanza dalle nostre parti. Dicono alla radio che in Olanda corre la voce che in Grecia ci sono problemi per i pagamenti, ma per i turisti questo non è affatto vero. Stanno usando le peggiori armi politiche per distruggerci. Mentre in paesi come l’Italia o l’Austria, i politici parlano dei problemi che ha la Grecia, ma senza fare del terrorismo verso chi vorrebbe venire qui in vacanza. Per me bisogna votare assolutamente “no”. Spero che le cose cambino, lo spero soprattutto per i miei nipotini».

Titolare del Paradise Beach. «Io voterò per il “sì”, perché ho un locale e per me le cose vanno bene, sarebbe un dramma per noi uscire dall’euro. Credo che voteranno “no” solo le persone povere».

Tigaki Minimarket Salt Lake. «Io ho votato questa mattina presto, prima che ci fosse tutta la ressa, e ho votato “sì”. Credo che se vincesse il “no” la Grecia tornerebbe indietro di decine di anni. I guadagni con il turismo se tornassimo alla dracma sarebbero molto inferiori, e per me che amo viaggiare fuori dalla Grecia questa perdita di potere d’acquisto sarebbe un grande problema. Pensando al futuro dei bambini greci sono molto preoccupata».

Paul, proprietario di un hotel a conduzione familiare. Credo di essere la seconda persona più a sinistra di tutta la Grecia dopo Tsipras. Voterò assolutamente “no”, perché dobbiamo poter ricominciare a respirare. In questi ultimi anni ci stanno strozzando. Non so se e quale sarà la soluzione dei nostri problemi ma sicuramente la vittoria del “no” è l’unica speranza per un cambiamento in meglio per noi, vivere ancora in questo stato di austerità non è più possibile per noi greci.

Stefano, bagnino al Barracuda Beach. Andrò a votare questa sera subito prima della chiusura dei seggi, prima devo lavorare. Voterò un grandissimo “no”, così la Germania smetterà di imporci assurde regole finanziarie e potremmo ritrovare il nostro sorriso.

Negozio di souvenir a Kos. Ho votato “sì” perché ho paura dell’incertezza di una direzione sconosciuta.

Tigaki Tours. Il “no” ha vinto e sono raggiante, oggi ho riacquistato la speranza. Posso vedere un futuro diverso dopo anni molto difficili. Negli ultimi anni ho visto calare vertiginosamente i guadagni e avevamo una costante sensazione di oppressione. Da domani comincia una nuova vita per il mio popolo.

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