La priorità è la pace
Nella Repubblica democratica del Congo «ci sono 27 milioni di vittime di insicurezza alimentare acuta e più di 5,7 milioni di sfollati tra il Nord Kivu, il Sud Kivu, l’Ituri e il Tanganica… Solo nelle due province più colpite dalla violenza, il Nord Kivu e l’Ituri, 4 milioni di persone sono state sfollate dal loro ambiente naturale, ovvero il 28% della popolazione del Nord Kivu e il 39% di quella dell’Ituri. Nella regione orientale della Repubblica democratica del Congo operano più di 252 gruppi armati locali e 14 gruppi ribelli stranieri». Nella regione dei Grandi laghi torna ad affacciarsi lo spettro di una catastrofe umanitaria, con il nuovo acuirsi della crisi provocata dalle milizie ribelli del gruppo «23 marzo» (M23), sostenute dal Ruanda, che il 27 gennaio senza alcuna resistenza da parte dell’esercito congolese hanno conquistato Goma, capitale del Nord Kivu. Nel frattempo la Conferenza episcopale nazionale del Congo (paese a maggioranza cristiana), insieme alla protestante Chiesa di Cristo in Congo che riunisce 64 denominazioni evangeliche del paese, ha lanciato il progetto di un Patto sociale per la pace e la buona convivenza (cf. riquadro a p. 186). E il 24 dicembre ha inviato ai fedeli del paese un appello dal titolo La mia priorità è la pace per sollecitare l’adesione a questo patto.
«Lanciamo questo appello nella speranza che l’urgenza e la necessità della pace trionfino sulle ferite del passato e sui rancori del presente».
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