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Documenti, 21/2025, 01/12/2025, pag. 625

In unitate fidei

Lettera apostolica in occasione del 1700° anniversario del concilio di Nicea

Leone XIV

«Con questa lettera desidero incoraggiare in tutta la Chiesa un rinnovato slancio nella professione della fede, la cui verità, che da secoli costituisce il patrimonio condiviso tra i cristiani, merita di essere confessata e approfondita in maniera sempre nuova e attuale». Il 23 novembre, a pochi giorni dalla partenza per il suo primo viaggio internazionale (Turchia e Libano, 27 novembre - 2 dicembre), papa Leone XIV ha firmato e pubblicato la lettera apostolica In unitate fidei (Nell’unità della fede) in occasione del 1700° anniversario del concilio di Nicea. Nel testo il papa afferma che nell’unità della fede «i cristiani sono chiamati a camminare concordi».

E nella parte finale enuncia la sua visione dell’ecumenismo: «Vera unità nella legittima diversità», secondo il modello della Trinità. «Dobbiamo dunque lasciarci alle spalle controversie teologiche che hanno perso la loro ragion d’essere per acquisire un pensiero comune e ancor più una preghiera comune allo Spirito Santo, perché ci raduni tutti insieme in un’unica fede e un unico amore. Questo non significa un ecumenismo di ritorno allo stato precedente le divisioni, né un riconoscimento reciproco dell’attuale status quo della diversità delle Chiese e delle Comunità ecclesiali, ma piuttosto un ecumenismo rivolto al futuro, di riconciliazione sulla via del dialogo, di scambio dei nostri doni e patrimoni spirituali».

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Documenti, 2025-19

Dilexi te

Esortazione apostolica sull'amore verso i poveri

Leone XIV

«In continuità con l’enciclica Dilexit nos, papa Francesco stava preparando, negli ultimi mesi della sua vita, un’esortazione apostolica sulla cura della Chiesa per i poveri e con i poveri, intitolata Dilexi te… Avendo ricevuto come in eredità questo progetto, sono felice di farlo mio – aggiungendo alcune riflessioni – e di proporlo ancora all’inizio del mio pontificato» (n. 2). Così Leone XIV, nelle prime pagine, dà conto della nascita della prima esortazione apostolica del suo pontificato, intitolata Dilexi te sull’amore verso i poveri e pubblicata il 4 ottobre. Al centro del documento vi è «il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri»: «Non siamo nell’orizzonte della beneficenza, ma della rivelazione: il contatto con chi non ha potere e grandezza è un modo fondamentale di incontro con il Signore della storia» (n. 5). Dimenticare i poveri, come può accadere ai cristiani «contagiati… da ideologie mondane o da orientamenti politici ed economici», significherebbe «uscire dalla corrente viva della Chiesa che sgorga dal Vangelo e feconda ogni momento storico» (n. 15). Per questo, dopo l’illustrazione dell’«opzione preferenziale da parte di Dio per i poveri» nella Scrittura, quasi due terzi dell’esortazione sono dedicati alla «bimillenaria storia di attenzione ecclesiale verso i poveri e con i poveri» (n. 103), dall’epoca patristica fino alla dottrina sociale e al magistero degli ultimi decenni. I poveri sono anche oggi una sfida ineludibile per la Chiesa, poiché «non sono una categoria sociologica, ma la stessa carne di Cristo» (n. 110).

Documenti, 2025-19

La cura della solidarietà

Discorso ai partecipanti all'Incontro mondiale dei movimenti popolari

Leone XIV

«Questo camminare insieme testimonia la vitalità dei movimenti popolari come costruttori di solidarietà nella diversità. La Chiesa deve essere con voi: una Chiesa povera per i poveri, una Chiesa che si protende, una Chiesa che corre dei rischi, una Chiesa coraggiosa, profetica e gioiosa!». Dal 21 al 24 ottobre 2025 Roma ha ospitato il 5° Incontro mondiale dei movimenti popolari, summit internazionale che riunisce delegazioni provenienti da tutto il mondo per riflettere e agire sui grandi temi della terra, della casa e del lavoro, considerati da papa Francesco «diritti sacri» propri della dignità umana.

Il cuore dell’evento è stata l’udienza privata del 23 ottobre, in cui papa Leone ha incoraggiato tutti i presenti a continuare le loro «giuste lotte» per la terra, la casa e il lavoro, assicurando la vicinanza della Chiesa.

Nell’occasione il papa ha espresso in termini chiari una valutazione negativa sulle politiche di alcuni Stati, in merito agli immigrati: «Con l’abuso dei migranti vulnerabili, non assistiamo al legittimo esercizio della sovranità nazionale, ma piuttosto a gravi crimini commessi o tollerati dallo Stato. Si stanno adottando misure sempre più disumane – persino politicamente celebrate – per trattare questi “indesiderabili” come se fossero spazzatura e non esseri umani. Il cristianesimo, invece, si riferisce al Dio amore, che ci rende fratelli tutti e ci chiede di vivere da fratelli e sorelle».

Documenti, 2025-19

Disegnare nuove mappe di speranza

Lettera apostolica in occasione del 60° anniversario della dichiarazione conciliare Gravissimum educationis

Leone XIV

«Nel 60° anniversario della Gravissimum educationis, la Chiesa celebra una feconda storia educativa, ma si trova anche di fronte all’imperativo di aggiornare le sue proposte alla luce dei segni dei tempi». La lettera apostolica di papa Leone XIV Disegnare nuove mappe di speranza è stata pubblicata il 28 ottobre in occasione del 60° anniversario della dichiarazione Gravissimum educationis del concilio Vaticano II, che ha riaffermato il diritto di ciascuno all’educazione e indicato la famiglia come prima scuola di umanità. «Sessant’anni dopo... la storia ci interpella con urgenza nuova. I mutamenti rapidi e profondi espongono bambini, adolescenti e giovani a fragilità inedite. Non basta conservare: occorre rilanciare. Chiedo a tutte le realtà educative di inaugurare una stagione che parli al cuore delle nuove generazioni, ricomponendo conoscenza e senso, competenza e responsabilità, fede e vita».

Tra le sfide individuate c’è quella dell’intelligenza artificiale: «Il punto decisivo non è la tecnologia, ma l’uso che ne facciamo. L’intelligenza artificiale e gli ambienti digitali vanno orientati alla tutela della dignità, della giustizia e del lavoro; vanno governati con criteri di etica pubblica e partecipazione; vanno accompagnati da una riflessione teologica e filosofica all’altezza. Le università cattoliche hanno un compito decisivo: offrire “diaconia della cultura”, meno cattedre e più tavole dove sedersi insieme, senza gerarchie inutili, per toccare le ferite della storia e cercare, nello Spirito, sapienze che nascano dalla vita dei popoli».