Contro la depenalizzazione dell’eutanasia
«Per mandato della Corte costituzionale, l’Ecuador è il nono paese al mondo ad accettare l’eutanasia, nonostante abbia solo il 3,5% di copertura di cure palliative per la popolazione. È preoccupante osservare come la cultura dell’usa e getta, promossa da alcuni giudici, stia diventando una nuova parte della nostra realtà sociale». La Chiesa cattolica dell’Ecuador ha condannato l’autorizzazione al sui-
cidio assistito in alcuni casi nel paese sudamericano, che ora è il secondo del subcontinente dopo la Colombia a consentire in alcuni casi l’eutanasia. La Corte costituzionale ecuadoriana, infatti, il 7 febbraio ha approvato la depenalizzazione della pratica con sette voti favorevoli dei nove magistrati che compongono il tribunale. La Corte ha indicato come condizione necessaria che il paziente viva «una condizione di intensa sofferenza derivante da lesioni fisiche gravi e irreversibili, o da una malattia grave e insanabile».
Secondo i vescovi l’insufficiente approfondimento delle definizioni metterebbe a repentaglio la vita di pazienti psichiatrici o di persone con disturbi mentali, e persino i bambini. I vescovi criticano anche il fatto che la legalizzazione del suicidio assistito avvenga in un contesto di mancanza di cure palliative.
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