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Documenti, 17/2024, 01/10/2024, pag. 513

Il tempo sta per scadere

Dal Rapporto di Mario Draghi sulla competitività europea

Mario Draghi

S’intitola Il futuro della competitività europea il rapporto affidato dalla Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen all’economista Mario Draghi, già presidente della Banca centrale europea dal 2011 al 2019 e presidente del Consiglio dei ministri italiano dal 2021 al 2022.

Pubblicato il 9 settembre, sintetizza in circa 65 pagine le sfide che l’Unione Europea ha davanti: accelerare l’innovazione e trovare nuovi «motori» di crescita; abbassare i prezzi dell’energia, continuando il processo di decarbonizzazione e di aumento dell’economia circolare; adattarsi a un mondo geopoliticamente meno stabile, nel quale le dipendenze esterne stanno diventando vulnerabilità.

Lo studio – di cui pubblichiamo la prefazione – analizza le strategie necessarie per colmare il divario d’innovazione che l’Europa accusa rispetto ai suoi maggiori competitori. Gli argomenti chiave toccati dal documento sono innovazione, energia, sicurezza geopolitica e approvvigionamenti di materie prime, decarbonizzazione, riduzione delle dipendenze e delle vulnerabilità esterne, rafforzamento delle capacità industriali su spazio e difesa, potenziamento dei mezzi di finanziamento e dei processi di governo dell’Unione Europea.

La situazione europea «davvero preoccupante» descritta da Draghi si manifesta in un quadro globale mutato. Per preservare il modello sociale sono necessari interventi massicci, basati sull’urgenza e sulla concretezza.

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Documenti, 2020-15

Ricostruire dopo una crisi senza precedenti

Mario Draghi al Meeting di Rimini

Inaugurando i lavori del 40° Meeting per l’amicizia fra i popoli (Rimini, 18-23 agosto 2020), il 18 agosto Mario Draghi – presidente della Banca centrale europea dal 2011 al 2019 – ha espresso in filigrana, come nel suo stile, forti preoccupazioni rispetto alle scelte politiche nazionali. «I sussidi servono a sopravvivere, a ripartire… ma poi finiranno. Ai giovani bisogna però dare di più». Perché «se non si è fatto niente, resterà la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri».

Draghi ha affrontato lungamente la questione europea, indicando una necessaria evoluzione dei suoi ordinamenti: «Da questa crisi l’Europa può uscire rafforzata. L’azione dei governi poggia su un terreno reso solido dalla politica monetaria. Il fondo per la generazione futura (Next Generation EU) arricchisce gli strumenti della politica europea. Il riconoscimento del ruolo che un bilancio europeo può avere nello stabilizzare le nostre economie, l’inizio di emissioni di debito comune, sono importanti e possono diventare il principio di un disegno che porterà a un Ministero del tesoro comunitario la cui funzione nel conferire stabilità all’area dell’euro è stata affermata da tempo».