Un discernimento sapienziale sul diaconato
La Chiesa di Prato ha due proposte per il Sinodo. Con poco più di 209.000 abitanti e 80 parrocchie, oltre a 8 cappellanie etniche per altrettante comunità linguistiche (polacca, romena, nigeriana, ucraina, filippina, pakistana, srilankese, cinese), Prato è una delle poche diocesi italiane ad aver indetto un Sinodo diocesano, che ha concentrato buona parte del suo lavoro sul tema del diaconato, traendo spunto da quanto indicato nella Relazione di sintesi dell’ottobre 2023. Ne è nato un percorso iniziato dall’ascolto dei diaconi permanenti diocesani, seguito da un convegno teologico e da un incontro di discernimento, per arrivare il 22 giugno a un’Assemblea diocesana. Qui, alla presenza del vescovo mons. Giovanni Nerbini e quasi all’unanimità, è stato approvato un documento (Un discernimento sapienziale sul diaconato permanente nella Chiesa e nel mondo contemporaneo. Conclusioni e proposte) che è stato inviato sia alla Segreteria generale del Sinodo dei vescovi sia al Comitato sinodale della Conferenza episcopale italiana.
Due tra le proposte sono particolarmente interessanti: quella al n. 3 – su cui si è registrato un solo voto contrario – di una «re-istituzione del diaconato femminile (…) come specifica forma» che tuttavia abbia «valore sacramentale, in continuità con la forma tradizionale». E quella (ai nn. 2 e 7) di una valorizzazione «ministeriale della coppia cristiana» e segnatamente della «coppia diaconale»
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