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Documenti, 15/2024, 01/09/2024, pag. 496

L'anima della democrazia

Il presidente della Repubblica italiana alla 50a Settimana sociale dei cattolici italiani (Trieste, 3-7.7.2024)

Sergio Mattarella

«Nel cambiamento d’epoca che ci è dato di vivere avvertiamo tutta la difficoltà, e a volte persino un certo affanno, nel funzionamento delle democrazie. Oggi constatiamo criticità inedite, che si aggiungono a problemi più antichi. La democrazia non è mai conquistata per sempre. Anzi, il succedersi delle diverse condizioni storiche e delle loro mutevoli caratteristiche ne richiede un attento, costante inveramento». Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aprendo il 3 luglio la 50a Settimana sociale dei cattolici italiani sul tema «Al cuore della democrazia» (Trieste, 3-7 luglio 2024), ha stigmatizzato i rischi attuali in Italia e in Europa di una caduta dei valori democratici a livello formale e sostanziale. Ha ricordato il contributo dei cattolici alla nascita e allo sviluppo della democrazia repubblicana italiana e ha evidenziato i rischi di un arretramento, di un analfabetismo della democrazia stessa. Non si può separare – ha affermato – libertà e democrazia, come viceversa sostengono diverse forze politiche in Italia e in Europa.

Sul tema della democrazia, legata al rischio populista attuale, è intervenuto anche il presidente della Conferenza episcopale italiana, il card. Matteo Zuppi.

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Documenti, 2024-3

L’antisemitismo e l’esempio dei Giusti

Il presidente della Repubblica in occasione della celebrazione del Giorno della memoria

Sergio Mattarella

«Anche ai nostri giorni la ruota della storia sembra talvolta smarrire la sua strada, portando l’umanità indietro, a tempi e stagioni che mai avremmo pensato di dover rivivere. Le conquiste della pace e delle libertà democratiche… vanno salvaguardate di fronte a risorgenti tentazioni di risolvere le controversie attraverso il ricorso alla guerra, alla violenza, alla sopraffazione. Parole d’ordine, gesti di odio e di terrore sembrano di nuovo affascinare e attrarre, nel nostro continente ma anche altrove».

Il 26 gennaio si è svolta al Palazzo del Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la celebrazione del Giorno della memoria, fissata il 27 gennaio (in Italia dal 2000) «al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che… si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati» (legge n. 211 del 2000).

Nel suo discorso il presidente Mattarella ha collegato il tema della memoria con la guerra in corso tra Israele e Hamas: «Assistiamo nel mondo… a un ritorno di antisemitismo che ha assunto recentemente la forma dell’indicibile, feroce strage antisemita di innocenti nell’aggressione di terrorismo che, in quella pagina di vergogna per l’umanità avvenuta il 7 ottobre, non ha risparmiato nemmeno ragazzi, bambini, persino neonati. Immagine di una raccapricciante replica degli orrori della Shoah».

 

Documenti, 2023-9

Post-fascisti se antifascisti

A Cuneo per il 78° anniversario della Liberazione

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Di fronte ai tentennamenti, alle sgrammaticature, alle ambiguità di alcuni esponenti dell’attuale destra di governo e di fronte a un clima di radicalizzazione che ha coinvolto alcuni commentatori e alcuni esponenti della sinistra, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Cuneo il 25 aprile per le celebrazioni del 78° anniversario della Liberazione d’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista, ha ricordato nell’ordine: il rapporto costitutivo tra antifascismo e Resistenza e tra Resistenza e Costituzione; tra Costituzione repubblicana e forma e valori delle istituzioni democratiche; tra antifascismo, Resistenza e principi di civiltà, che furono programmaticamente conculcati e annichiliti, in nome di teorie aberranti, dal fascismo.

La rivolta morale dei resistenti – ha detto il presidente – fu un movimento patriottico per il riscatto della nazione; la guerra di liberazione dal nazifascismo riguardò in forma plurale culture e componenti diverse della società e delle istituzioni; il significato attuale della Resistenza riguarda i valori condivisi di libertà e solidarietà, evidenziando come a livello internazionale quei valori siano oggi nuovamente minacciati in Europa, con la guerra d’invasione Russa in Ucraina.

Due le affermazioni che vanno oggi a correggere atteggiamenti politici inadeguati: non si può essere post-fascisti senza essere antifascisti; la Resistenza è patrimonio di tutti, non monopolio di qualcuno.

 

Documenti, 2017-7

Contro le mafie: memoria e impegno

Sergio Mattarella, Luigi Ciotti

«C’è bisogno di uscire dall’io per riorganizzare il noi. Ci vuole un impegno collettivo. Non rassegniamoci! Alla corruzione, alle mafie, alla povertà, alle disuguaglianze… Non basta indignarci, dobbiamo impegnarci tutti!» (don Ciotti). A partire dal 2017 lo stato italiano ha istituito, con la Legge n. 20 dell’8.3.2017, la «Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie», fissandola al 21 marzo e ufficializzando così una manifestazione organizzata ogni anno dalle associazioni «Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie» e «Avviso pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie» (giunta quest’anno alla 22a edizione). L’evento si è svolto a Locri, in Calabria, dal 19 al 21 marzo, e ha visto tra gli interventi più significativi quello del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, a sua volta familiare di una vittima della mafia (il fratello Piersanti era presidente della Regione Sicilia nel 1980, quando venne ucciso); e quello di don Luigi Ciotti, presidente di Libera. «Accanto agli strumenti della prevenzione e della repressione, bisogna perfezionare quelli per prosciugare le paludi dell’inefficienza, dell’arbitrio, del clientelismo, del favoritismo, della corruzione, della mancanza di stato, che sono l’ambiente naturale in cui le mafie vivono e prosperano» (Mattarella).