Strategie di plagio negli abusi
Nato come contributo a un volume collettaneo uscito in Francia lo scorso anno (A. Danion-Grilliat, M.-J. Thiel, F. Trautmann, [a cura di], Abus sexuels. Écouter, enquêter, prévenir, Presses universitaires, Strasbourg 2022), il testo «L’uso dei testi ispirati nelle strategie di plagio» di Alessandra Pozzo, semiologa e ricercatrice al Laboratoire de recherche historique Rhône-Alpes CNRS di Lione, propone un’analisi di come i testi (e i contesti) possono essere manipolati da chi cerca d’ottenere il controllo delle coscienze dei propri sottoposti, nella vita religiosa in particolare. L’uso si contrappone all’interpretazione, l’estrapolazione alla contestualizzazione; il tutto contribuisce a creare una «cultura d’autorità» (non d’autorevolezza) che va nella direzione di far «cambiare l’opinione di qualcuno», quasi che il testo abbia un «carattere performativo» per convincere e favorire una forma di credenza granitica più che il dubbio. L’analisi letterale di un brano della Regola di san Benedetto sui diversi gradi dell’umiltà, che non tiene conto di altri passi della Regola stessa, come ad esempio quello sul discernimento, fa emergere la figura del superiore come «pericolosamente sovrapposta» a quella di «Dio stesso», e fa comprendere come il passo verso il plagio sia molto breve. Lo stesso, ma molto più accentuato, è presente in alcuni passi di un vademecum dei Legionari per l’esame di coscienza quotidiano.
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