Ricomporre le tensioni nella sinodalità
«Abbiamo approfondito le intuizioni che le comunità ecclesiali del nostro continente hanno maturato grazie al processo sinodale, così come le tensioni e gli interrogativi che le Chiese europee si trovano di fronte». Si è svolta a Praga, dal 5 al 9 febbraio, l’Assemblea continentale europea del percorso del Sinodo dei vescovi, con 200 delegati (vescovi, presbiteri, diaconi, consacrate e consacrati, laici e laiche) provenienti da 45 paesi: 156 dalle 39 conferenze episcopali europee e 44 invitati dal Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE), più 270 delegati on-line. La bozza del documento conclusivo, recepito dai presuli nella loro riunione finale (9-12 febbraio), arriverà entro marzo e sarà redatta in una sintesi che, unitamente a quelle provenienti dai lavori delle altre assemblee che si stanno svolgendo tra febbraio e marzo (Oceania, Medio Oriente, Asia, Africa, Americhe), confluirà entro giugno nello Strumento di lavoro della prima delle due Assemblee generali del Sinodo, che si celebrerà nell’autunno 2023 in Vaticano.
I testi che pubblichiamo (l’omelia di apertura dell’arcivescovo di Praga Jan Graubner, il discorso introduttivo del teologo Tomáš Halík, l’omelia del segretario generale del Sinodo dei vescovi card. Mario Grech, le Raccomandazioni conclusive) esprimono un persistente divario tra le visioni ed esperienze delle Chiese europee occidentali e orientali, e la volontà di ricondurle a unità nel dialogo sinodale.
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