Fermare lo sfruttamento dell’Africa
Viaggio apostolico nella Repubblica democratica del Congo; Pellegrinaggio ecumenico di pace in Sud Sudan
«Due “sogni”: visitare il popolo congolese, custode di un paese immenso, polmone verde dell’Africa e secondo del mondo. Terra ricca di risorse e insanguinata da una guerra che non finisce mai perché c’è sempre chi alimenta il fuoco. E visitare il popolo sud sudanese, in un pellegrinaggio di pace insieme all’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e al moderatore generale della Chiesa di Scozia, Iain Greenshields: siamo andati insieme per testimoniare che è possibile e doveroso collaborare nella diversità, specialmente se si condivide la fede in Cristo». È la sintesi dell’ultimo viaggio internazionale di papa Francesco, che lo ha portato dal 31 gennaio al 5 febbraio scorsi nella Repubblica democratica del Congo e in Sud Sudan. L’ha pronunciata lo stesso Francesco nel corso dell’udienza generale successiva, l’8 febbraio. Pubblichiamo qui i testi che consideriamo più rappresentativi di tale sintesi: il discorso del 31 febbraio alle autorità della Repubblica democratica del Congo, dove il papa ha paragonato il paese a un «diamante del creato»; quello rivolto il 1° febbraio alle vittime della violenza nell’Est, durante l’incontro caratterizzato dalla deposizione dei «segni delle violenze che avete subito e visto»; quello che ha concluso la preghiera ecumenica del 4 febbraio in Sud Sudan, dopo che anche l’arcivescovo di Canterbury Welby e il moderatore scozzese Greenshields avevano parlato e pregato (nel riquadro a p. 132).
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.