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Documenti, 17/2023, 01/10/2023, pag. 518

Abitare insieme in armonia

Viaggio apostolico in Mongolia
(31 agosto – 4 settembre 2023)

Francesco

Una piccola Chiesa, con 1.394 fedeli registrati e 25 preti su 3,3 milioni di abitanti, emblematica delle periferie care a papa Francesco e guidata da un missionario italiano, Giorgio Marengo, diventato a 46 anni nel 2022 il cardinale più giovane della Chiesa cattolica; e un paese incastonato tra la Russia e la Cina, il cui governo aveva invitato il papa nell’agosto 2022, cioè sei mesi dopo l’invasione russa dell’Ucraina. È questo il contesto del viaggio apostolico che ha portato Francesco in Mongolia dal 31 agosto al 4 settembre, 43° viaggio del pontificato e prima volta di un papa nel paese.

«Abbiamo un’origine comune, che conferisce a tutti la stessa dignità, e abbiamo un cammino condiviso, che non possiamo percorrere se non insieme, dimorando sotto il medesimo cielo che ci avvolge e ci illumina»: uno dei temi principali del viaggio è stato quello del dialogo interreligioso a servizio della pace e della convivenza armonica. «Qui, cari sorelle e fratelli, la nostra responsabilità è grande, specialmente in quest’ora della storia, perché il nostro comportamento è chiamato a confermare nei fatti gli insegnamenti che professiamo; non può contraddirli, diventando motivo di scandalo».

 

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Le deportazioni ledono la dignità umana

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Francesco

«Ho seguito da vicino la grave crisi che si sta verificando negli Stati Uniti con l’avvio di un programma di deportazioni di massa. Una coscienza rettamente formata non può esimersi dal formulare un giudizio critico e dall’esprimere il proprio disaccordo nei confronti di qualsiasi misura che implicitamente o esplicitamente identifichi lo status illegale di alcuni migranti con la criminalità. Allo stesso tempo si deve riconoscere il diritto di una nazione a difendersi e a mantenere le comunità al sicuro da coloro che hanno commesso crimini violenti o gravi mentre erano nel paese o prima del loro arrivo».

Il 10 febbraio papa Francesco ha scritto una lettera alla Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, pubblicata poi il giorno successivo. Il tema riguarda le «deportazioni di massa» che la nuova amministrazione Trump ha già attivato, mobilitando l’esercito (cf. anche Regno-att. 4,2025,70 e 106). La lettera invita i vescovi a resistere al provvedimento. Si tratta di fatto di una rottura tra Roma e Washington che non ha precedenti. Il papa esorta «tutti i fedeli della Chiesa cattolica, e tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a non cedere a narrazioni che discriminano e causano inutili sofferenze ai nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati».

Il giorno stesso i vescovi degli Stati Uniti hanno risposto al papa per bocca del presidente della Conferenza dei vescovi cattolici, l’ordinario militare mons. Timothy Broglio (cf. riquadro a p. 130).