Conversione, vigilanza e misericordia
Discorso alla curia romana in occasione della presentazione degli auguri natalizi
Il discorso che papa Francesco ha rivolto alla curia romana il 22 dicembre per lo scambio degli auguri natalizi, ormai il decimo in questo pontificato, non è stato caratterizzato dalla severità di molti dei precedenti, dal «catalogo» delle «malattie curiali» nel 2014, alla denuncia delle resistenze alla riforma della curia nel 2016, o del comportamento dei «traditori di fiducia o degli approfittatori della maternità della Chiesa», o della piaga degli abusi nel 2018. Si tratta invece di una meditazione spirituale sul tema della conversione, sottolineando che «l’attuale riflessione sulla sinodalità della Chiesa nasce proprio dalla convinzione che il percorso di comprensione del messaggio di Cristo non ha fine e ci provoca continuamente». Non si fa cenno alla costituzione apostolica Praedicate Evangelium (Regno-doc. 7,2022,193), con cui Francesco quest’anno ha riformato la curia romana. Ricordando invece che la pace nasce prima di tutto dal cuore di ciascuno, il papa afferma: «La misericordia è accettare che l’altro possa avere anche i suoi limiti. Anche in questo caso è giusto ammettere che persone e istituzioni, proprio perché sono umane, sono anche limitate. Una Chiesa pura per i puri è solo la riproposizione dell’eresia catara. Se così non fosse, il Vangelo, e la Bibbia in generale, non ci avrebbero raccontato limiti e difetti di molti che oggi noi riconosciamo come santi».
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