Secolarizzazione e desecolarizzazione in Russia
La specificità del caso russo rispetto al tema della laicità e della secolarizzazione è generalmente sottovalutata. Lo affermano Vladimir Malakhov e Denis Letnyakov, ricercatori del Centro di scienze politiche teoriche e applicate dell’Accademia presidenziale russa di economia nazionale e amministrazione pubblica (RANEPA, Mosca), in un articolo intitolato «Società post-cristiana o post-atea? Alcune caratteristiche del regime russo di laicità». Secondo i due ricercatori il caso speciale russo ha comportato la distruzione dello stesso meccanismo di trasmissione religiosa e culturale durante il periodo del regime comunista, e di conseguenza ha condotto a una società che dev’essere definita post-atea per la rilevanza relativamente bassa dei simboli e delle narrazioni religiose nel tessuto sociale; per il coinvolgimento della Chiesa nei progetti di costruzione della nazione, e quindi la motivazione prevalentemente ideologica, piuttosto che religiosa, dei soggetti ecclesiali; per la dinamica dall’alto verso il basso, piuttosto che dal basso verso l’alto, del ritorno post-sovietico della religione nella sfera pubblica; per la diffusa polarizzazione sul ruolo della religione pubblica nella società moderna.
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