Sul clima progressi e ritardi
La 27a Conferenza delle parti (COP) delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si è tenuta a Sharm el-Sheikh, in Egitto, dal 6 al 18 novembre 2022. Nel bilancio sull’evento va apprezzata – nel Piano di attuazione di Sharm el-Sheikh che qui pubblichiamo – la creazione di un fondo per combattere i danni e le perdite ambientali, ma è negativo che non sia stato fissato un termine per l’uso dell’energia fossile. L’accordo su un nuovo fondo per le conseguenze dei danni climatici nei paesi più poveri, destinato ad attutire le inevitabili conseguenze del riscaldamento globale – siccità, inondazioni e tempeste sempre più frequenti, ma anche l’innalzamento del livello del mare e la desertificazione – risponde, dopo 30 anni, a una preoccupazione centrale delle regioni più vulnerabili.
Il documento approvato riconosce tra l’altro «che la crisi energetica globale senza precedenti sottolinea l’urgenza di trasformare rapidamente i sistemi energetici per renderli più sicuri, affidabili e resilienti, anche accelerando le transizioni pulite e giuste verso le energie rinnovabili durante questo decennio critico di azione».
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