D
Documenti
Documenti, 1/2022, 01/01/2022, pag. 26

I semi del tempo

Mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara

«Più che segni da leggere, abbiamo bisogno di semi da piantare. Quando si solleverà la coltre di ansia e di paura, di rassegnazione e di rabbia, saremo come il contadino che, sul finire dell’inverno, apre lo scrigno che contiene i semi gelosamente custoditi per la semina di primavera». Lo scrive il vescovo di Novara, mons. Franco Giulio Brambilla, nella lettera pastorale I semi del tempo. La parola di Dio nel cuore degli uomini, pubblicata il 26 giugno in vista dell’anno pastorale 2021-2022. A partire dal c. 4 del Vangelo di Marco, con la parabola del seminatore, il vescovo propone una meditazione sulla Parola e sulla sua forza irresistibile di trasformazione del cuore degli uomini, e afferma come – in un momento storico segnato dalla pandemia – la capacità di piantare «semi» di futuro e di speranza divenga più urgente della lettura dei «segni» dei tempi. E l’«abbondante seminagione» cui sono chiamati fedeli e comunità è quella del Vangelo. Il cammino di rinascita dopo la pandemia dovrà essere un cammino di riscoperta dell’essenziale con al centro la Parola. «La riforma della Chiesa e della pastorale ha qui la sua sorgente».

La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.

Leggi anche

Documenti, 2020-9

Il silenzio e la parola di Dio

Mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara

Nei «terribili giorni» dell’epidemia di COVID-19, che ha colpito pesantemente anche il Piemonte con oltre 25.000 casi alla data del 29 aprile, «molti si pongono la domanda sul “silenzio di Dio”. La crisi drammatica che stiamo vivendo, forse la più grave dopo il secondo conflitto mondiale, pone una questione lancinante: Dov’è Dio? Perché non parla?». Il vescovo della diocesi di Novara, il teologo mons. Franco Giulio Brambilla, ha affrontato questa domanda radicale nel Messaggio per la Pasqua 2020, pubblicato il 10 aprile e intitolato Il silenzio di Dio è il respiro della sua Parola.

Da un lato, riflette il vescovo, «dobbiamo riconoscere che nel momento del benessere e dell’opulenza non ci siamo messi in questione, non abbiamo “lasciato parlare Dio”». Dall’altro, come ha dimostrato l’esperienza fatta nella diocesi di ascoltare in streaming ogni giorno una meditazione della parola di Dio, «il silenzio di Dio, invece, è lo spazio che riusciamo a creare ogni giorno per rendere la sua Parola presente alla nostra vita, senza addomesticarla».

E nel «silenzio operoso» di moltissimi che «hanno portato soccorso all’umanità ferita e dolente di questi giorni… è risuonato il silenzio eloquente di Dio, il respiro della sua Parola».