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Documenti, 7/2021, 01/04/2021, pag. 241

Forse anche il Sinodo

CEI – Consiglio episcopale permanente, sessione primaverile (22-24 marzo 2021)

Al centro della riflessione dei vescovi italiani, riuniti in Consiglio permanente (22-24.3.2021), è stata la questione Sinodo, che, come recita il Comunicato finale, «più che un contenuto» deve essere inteso «come uno stile capace di trasformare il volto della Chiesa che è in Italia». Avendo come obiettivo «la conversione missionaria della pastorale e delle comunità», ciò che per ora è necessario è più che altro un «metodo sinodale che aiuti a mettere a fuoco il mutamento in corso», valorizzando «le peculiarità pastorali» di ogni realtà ecclesiale (si è parlato anche dei seminari come luoghi di «formazione dei sacerdoti in chiave sinodale») e considerando la «stasi» e la «fatica diffusa» in esse, indotte dallo stravolgimento portato dalla pandemia. Tempi e modi sono comunque demandati all’Assemblea generale, prevista per il prossimo maggio (24-27). Durante la discussione si è anche parlato della pandemia; degli istituti superiori di teologia e di scienze religiose; dell’incontro «Mediterraneo frontiera di pace» (febbraio 2020) che potrebbe essere «la prima tappa di un progetto» che continua; del testo, in fase di stesura, che individua i «criteri per il discernimento e la preparazione dei candidati e delle candidate ai ministeri del lettorato e dell’accolitato»; di altri adempimenti statutari, come la proposta di ripartizione dei fondi dell’8 per mille e alcune nomine.

 

Stampa da file in nostro possesso.

 Preoccupazione per la tenuta sociale del paese è stata espressa dai vescovi riuniti per la sessione primaverile del Consiglio episcopale permanente, che si è svolto a Roma dal 22 al 24 marzo 2021, sotto la guida del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana.

     In questa fase delicata è emersa l’urgenza di uno sguardo lucido sulla situazione attuale che si traduca in una presenza di speranza della comunità cristiana, ma anche in azioni concrete a sostegno delle famiglie e dei cittadini, in particolare quelli più vulnerabili. Sul piano sanitario, è stata ribadita la disponibilità a collaborare alla campagna vaccinale.

     Nonostante le fatiche, tuttavia, questo tempo può diventare terreno fertile per stimolare, accompagnare e orientare la rigenerazione. In quest’ottica, il cammino sinodale rappresenta certamente uno stimolo e un’opportunità per la Chiesa che è in Italia. Più che un contenuto, questo cammino si configurerà come un metodo, uno stile capace di trasformare il volto della Chiesa.

     È stata ripresa, dopo una prima presentazione nella sessione invernale del 26 gennaio 2021, la riflessione sulle tre istruzioni della Congregazione per l’educazione cattolica sull’affiliazione, l’aggregazione e l’incorporazione degli Istituti di studi superiori (8 dicembre 2020). Ai vescovi è stata illustrata la mappatura delle istituzioni in questione. Il confronto sul tema ha permesso di allargare lo sguardo ai seminari e alla formazione sacerdotale. La riflessione proseguirà nelle prossime sessioni del Consiglio permanente.

     I vescovi hanno poi convenuto sull’importanza di riprendere l’intuizione dell’Incontro di riflessione e spiritualità «Mediterraneo frontiera di pace», sottolineando la necessità che l’evento del febbraio 2020 non resti un unicum, ma sia la prima tappa di un progetto che deve proseguire.

     Nel corso dei lavori, è stato offerto un aggiornamento sulla prossima Assemblea generale che dovrebbe svolgersi a Roma dal 24 al 27 maggio 2021 (l’andamento epidemiologico potrebbe incidere sulle date; ci si riserva successiva comunicazione). È stato anche condiviso il percorso intrapreso per definire i criteri per il discernimento e la preparazione dei candidati e delle candidate ai ministeri del lettorato e dell’accolitato.

     Infine sono stati presi in esame alcuni adempimenti, tra cui le approvazioni del Messaggio per la Giornata del primo maggio, del regolamento del Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità, delle modifiche allo Statuto della Fondazione Missio, dell’aggiornamento del calendario delle giornate di sensibilizzazione a carattere nazionale; si è provveduto ad alcune nomine; è stato approvato il calendario delle attività della Conferenza episcopale italiana per il prossimo anno pastorale.

La situazione del paese

     Il difficile momento che l’Italia e il mondo intero stanno attraversando a causa della pandemia e del suo drammatico «effetto domino» sulla salute, sul lavoro, sull’economia e sull’educazione è stato al centro della riflessione dei vescovi che hanno ancora una volta espresso la loro preoccupazione per la tenuta sociale del paese.

     Le stime riguardanti l’esplosione di vere e proprie «faglie sociali» – tra i più ricchi e i sempre più poveri (fra cui rientrano in numero crescente lavoratori e piccoli imprenditori del ceto medio), tra donne e uomini, tra anziani e giovani – richiamano a un forte senso di responsabilità che deve accomunare le istituzioni, sia quelle civili sia quelle religiose. A tutti è chiesta una maggiore presenza, materiale e spirituale, per evitare che la forbice delle disuguaglianze continui ad allargarsi, recidendo certezze e prospettive, compromettendo lo sviluppo dell’intero sistema nazionale e gettando nelle braccia della criminalità e dell’usura chi non vede una via d’uscita.

     Di fronte a questo, i vescovi hanno ribadito la necessità di politiche adeguate e coraggiose, capaci di sostenere cittadini e famiglie, in particolare i più fragili, e di dare anima e corpo alla ripresa. È indispensabile promuovere, per quanti si trovano in situazioni debitorie, un’efficace rete di supporto e di consiglio che permetta loro di orientarsi correttamente ai primi segnali di crisi senza attendere l’aggravarsi di situazioni difficili. Bisogna poi elaborare progetti innovativi ed efficaci che aiutino quei piccoli imprenditori la cui attività, pur essendo momentaneamente in crisi, mostra però una sostenibilità prospettica.

     Non va dimenticato che la questione occupazionale non può più essere disgiunta da quella ambientale: a cinque anni dalla pubblicazione della Laudato si’ e mentre si lavora per preparare la Settimana sociale dei cattolici italiani, in programma a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021, risuona con forza l’appello di papa Francesco a una «conversione ecologica». Come ricorda il santo padre: «È fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» (Laudato si’, n. 139; EV 31/719). Solo mettendo in campo azioni concertate e concrete – hanno evidenziato i membri del Consiglio permanente – si può dunque parlare di futuro in termini realistici e possibili.

     E quando si parla di futuro, a presentarsi con il suo carico di apprensione è il tema della denatalità. I dati confermano il calo costante delle nascite, che risente anche delle conseguenze socio-economiche della pandemia e del clima di disagio e incertezza che essa porta con sé. Per questo, appare quanto mai necessario lavorare, ognuno nel proprio ambito di competenza, per restituire fiducia e speranza ai giovani.

     Su di loro e sui più piccoli grava inoltre la scure della povertà educativa, che sta causando nuove diversificazioni tra Nord, Centro e Sud e nuovi gap nell’accesso all’istruzione. Occorre impegnarsi perché nessuno resti indietro, nemmeno nel sistema scolastico. Il futuro comincia anche da qui.

     Sul piano sanitario, i vescovi hanno ribadito l’importanza della campagna vaccinale, da sostenere e implementare, a beneficio della collettività. La messa a disposizione delle strutture edilizie delle Chiese che sono in Italia vuole essere un nuovo contributo di carità, in continuità con un cammino già avviato in tal senso presso numerose diocesi.

Il cammino sinodale

     Oltre alla vita pubblica e sociale, la pandemia ha stravolto le comunità cristiane, diocesane e parrocchiali, accentuando le differenze tra i territori e facendo emergere nuovi bisogni. Questo tempo, segnato da una certa stasi e dalla fatica diffusa, può diventare terreno fertile per stimolare, accompagnare e orientare la rigenerazione, rafforzando quanto di buono e di bello è già in atto, riaccendendo la passione pastorale, prendendo sul serio l’invito a rinnovare l’azione attraverso un costante discernimento comunitario.

     Per i vescovi, è il momento di abbandonare quelle sovrastrutture che sanno di stantio e di ripetitivo, di recuperare il senso della verifica e il valore della progettualità che impongono scelte concrete, a volte di rottura o, comunque sia, non in linea con il «si è sempre fatto così». Solo così ci si può aprire responsabilmente all’ascolto del cambiamento d’epoca e iniziare a camminare insieme. In quest’ottica il cammino sinodale, sollecitato da papa Francesco, non si configura come un percorso precostituito, ma come un processo, scandito dal ritmo della comunione, da slanci e ripartenze.

     Se la grande sfida è la conversione missionaria della pastorale e delle comunità, ciò che serve è un metodo sinodale che aiuti a mettere a fuoco il mutamento in corso, a intercettare le istanze delle diverse componenti del popolo di Dio, a valorizzare le peculiarità pastorali delle regioni ecclesiastiche e delle diocesi, delle parrocchie e delle realtà ecclesiali tenendo in considerazione la storia, la ricchezza e i bisogni dei rispettivi contesti. Sarà importante, per questo, mettersi in ascolto attento delle persone e dei territori per entrarvi in relazione, co-
glierne le paure e le attese, scorgervi la presenza di Dio.

     Più che un contenuto, il cammino sinodale – hanno convenuto i vescovi – deve configurarsi come uno stile capace di trasformare il volto della Chiesa che è in Italia. Il sogno, condiviso, è che ogni comunità possa acquisire uno stile sinodale. In quest’orizzonte, è necessario combattere ogni autoreferenzialità e individualismo, non avere paura di mettersi in discussione e di rendere i laici protagonisti di un cammino che ha nell’Evangelii gaudium di papa Francesco la bussola e nell’esperienza del Convegno ecclesiale nazionale di Firenze una base da cui partire.

     La questione del cammino sinodale, delle sue modalità di attuazione e dei tempi di realizzazione sarà discussa durante la prossima Assemblea generale. 

Istituti di studi superiori
e formazione sacerdotale

     Il Consiglio permanente ha anche ripreso, dopo una prima presentazione nella sessione invernale del 26 gennaio 2021, la riflessione sulle tre istruzioni della Congregazione per l’educazione cattolica sull’affiliazione, l’aggregazione e l’incorporazione degli istituti di studi superiori (8 dicembre 2020). Ai vescovi è stata presentata la mappatura delle istituzioni in questione realizzata dal Servizio nazionale per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose insieme al Comitato scientifico dei presidi delle facoltà teologiche. Ciò ha permesso la condivisione di alcune criticità e opportunità che dovranno essere ulteriormente ponderate a livello locale.

     Le tre istruzioni – è stato sottolineato – hanno attivato un processo di verifica e di decisione che si colloca su due livelli distinti ma tra loro intimamente connessi: accademico ed ecclesiale. Non pochi istituti teologici in Italia, infatti, sono strettamente legati ai seminari: accanto alla valutazione sugli indici di qualità accademica, che compete agli organismi e agli uffici della Segreteria generale della CEI a cominciare dal Servizio nazionale per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose, viene sollecitato il coinvolgimento attivo anche dei vescovi a livello diocesano e regionale.

     Il confronto su questo tema ha permesso di allargare lo sguardo proprio sui seminari e sulla formazione sacerdotale. La storia dei seminari regionali – è stato rilevato – ha ancora qualcosa d’importante da insegnare: non solo in ordine alla sostenibilità delle facoltà o degli istituti di teologia, ma anche in relazione al cammino sinodale delle Chiese particolari di una stessa regione ecclesiastica. L’istituzione del seminario non è un «otre vecchio» in cui versare «vino nuovo», ma è una «cava» dalla quale estrarre una memoria viva, aperta al futuro. Per questo, se da un lato è necessario mettere in rete le migliori energie della pastorale vocazionale, dall’altro è fondamentale ripensare anche la formazione dei sacerdoti in chiave sinodale. In un tempo di relazioni provvisorie, occorre creare alleanze durature tra i seminari nelle diocesi e tra le diocesi, nelle regioni e tra le regioni così da formare una rete di ascolto e sostegno, di scambio di esperienze e di competenze.

     In questo quadro, la presenza di presbiteri provenienti da altri paesi, regolata dalle convenzioni predisposte e accuratamente aggiornate, è molto significativa nell’orizzonte più ampio delle dinamiche della vita dei presbiteri italiani e delle trasformazioni che investono l’impostazione pastorale. L’esperienza donata attraverso i sacerdoti stranieri – hanno evidenziato i vescovi – diventa illuminante per le scelte pastorali delle comunità.

     La ricchezza del confronto, hanno convenuto i vescovi, richiede una ripresa della riflessione su questi temi. Pertanto, si è deciso di approfondire la questione nelle prossime sessioni del Consiglio permanente.

Mediterraneo, un cammino che continua

     A poco più di un anno dall’Incontro di riflessione e spiritualità «Mediterraneo frontiera di pace», che si è tenuto a Bari dal 19 al 23 febbraio 2020, i vescovi hanno ribadito il valore e il significato di un evento che non si vuole isolato nella storia. Quella di Bari, infatti, è stata la prima tappa di un progetto che bisognava intraprendere per offrire una visione non frammentaria, ma complessiva e organica dei problemi e delle ricchezze del Mediterraneo, necessaria per superare le crisi che stiamo vivendo; un cammino da compiere, insieme, per dare la nostra risposta con il Vangelo ai problemi della Chiesa, alle nostre Chiese e alla società di oggi. Solo tessendo relazioni fraterne è possibile promuovere il processo d’integrazione.

     Nonostante le limitazioni imposte per il contenimento del virus, in questo anno i vescovi dei paesi che si affacciano sul Mare nostrum hanno concordato sulla necessità d’individuare piste per far sì che l’evento del 2020 non resti un unicum, ma apra cammini di riflessione e di azione a livello locale e internazionale. Per questo, hanno detto i vescovi, è fondamentale riprendere l’intuizione di Bari per rendere il Mare nostrum quel «grande lago di Tiberiade» che fu in passato – come lo definiva La Pira –, le cui sponde tornino a essere simbolo di unità e non di confine. È essenziale, cioè, proseguire in questo percorso di comunione, nell’orizzonte indicato da papa Francesco che, nella Fratelli tutti, ricorda quanto il dialogo perseverante e coraggioso, anche se non fa notizia, aiuti il mondo a vivere meglio, molto più di quanto possiamo rendercene conto.

Varie

     Verso l’Assemblea. Nel corso dei lavori, il Consiglio permanente ha approvato l’ordine del giorno della 74ª Assemblea generale, che dovrebbe svolgersi a Roma dal 24 al 27 maggio 2021 (l’andamento epidemiologico potrebbe incidere sulle date; ci si riserva successiva comunicazione). L’Assemblea sarà dedicata al cammino sinodale della Chiesa che è in Italia. Durante i lavori verranno eletti due vice presidenti della Conferenza episcopale italiana (area Nord e area Centro); i membri del Consiglio per gli affari economici e i presidenti delle commissioni episcopali.

     Lettorato e accolitato. I vescovi hanno condiviso il percorso intrapreso per definire i criteri per il discernimento e la preparazione dei candidati e delle candidate ai ministeri del lettorato e dell’accolitato. In riferimento a quanto previsto dal motu proprio Spiritus Domini, con cui si stabilisce che possano essere istituti come lettori o accoliti non solo uomini ma anche donne, la Segreteria generale sta raccogliendo la prassi esistente nelle diocesi per arrivare a una proposta complessiva che tenga conto in particolare dell’importanza della formazione. Emerge la valenza pastorale di questi ministeri che possono attivare processi di corresponsabilità nella cura delle persone.

     Adempimenti. Il Consiglio ha approvato la pubblicazione del Messaggio per la Giornata del primo maggio («E al popolo stava a cuore il lavoro» [Ne 3,38]. Abitare una nuova stagione economico-sociale), curato dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace.

     Il Consiglio ha poi approvato il regolamento del Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità e le modifiche allo Statuto della Fondazione Missio.

     È stata presentata la proposta di ripartizione dei fondi dell’otto per mille per l’anno in corso, la cui approvazione spetterà alla prossima Assemblea generale.

     Il Consiglio episcopale permanente, provvedendo al riordinamento delle giornate nazionali di sensibilizzazione e delle collette nazionali obbligatorie in armonia con le giornate a carattere universale obbligatorie, ha approvato un aggiornamento del calendario. Sono state inserite le seguenti giornate di sensibilizzazione: Domenica della Parola (III domenica del tempo ordinario); Festa dei lavoratori (1° maggio); Domenica del mare (II domenica di luglio); Giornata mondiale della pesca (21 novembre); Giornata di sensibilizzazione per il sostentamento del clero (III domenica di settembre; prima veniva celebrata nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo re dell’universo, ora dedicata alla Giornata mondiale della gioventù); Giornata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili (18 novembre); Giornata internazionale delle persone con disabilità (3 dicembre).

     Il Consiglio ha infine approvato il calendario delle attività della CEI per l’anno pastorale 2021-2022. 

Nomine 

     Nel corso dei lavori, il Consiglio episcopale permanente ha provveduto alle seguenti nomine:

     – consigliere spirituale dell’associazione «Rinnovamento nello Spirito Santo»: don Michele Leone (Matera-Irsina).

     – Assistente ecclesiastico nazionale del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (MEIC): mons. Giovanni Soligo (Treviso).

     – Coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici srilankesi in Italia: mons. Joseph Neville Perera (Colombo, Sri Lanka).

     – Coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici romeni di rito latino in Italia: don Isidor Iacovici (Iasi, Romania).

 

     Il Consiglio permanente ha confermato le seguenti elezioni:

     – animatore spirituale nazionale dell’associazione «Cursillos di cristianità in Italia»: don Alessandro Fadda (Nuoro).

     – presidente dell’Associazione musei ecclesiastici italiani (AMEI): dott. Giovanni Gardini.

 

     Roma, 25 marzo 2021.

Tipo Documento
Tema Pastorale - Liturgia - Catechesi
Area EUROPA
Nazioni