Europa futura
Il 9 maggio, quando ricorreranno i 70 anni della Dichiarazione Schuman che nel 1959 aprì la strada al processo d’integrazione europea, prenderà l’avvio la Conferenza per il futuro dell’Europa, iniziativa che dovrebbe portare a un grande dibattito pubblico «dal basso» «sul futuro che vogliamo costruire insieme allo scopo di rafforzare la solidarietà europea» e a un rilancio del progetto europeo.
Il primo spunto ne era stato, nel marzo 2019 (a ridosso delle elezioni europee), una lettera di Emmanuel Macron ai cittadini d’Europa, intitolata Per un Rinascimento europeo, in cui il presidente francese teorizzava una Conferenza per l’Europa «al fine di proporre tutti i cambiamenti necessari al nostro progetto politico, senza tabù, neanche quello della revisione dei trattati» (cf. riquadro qui a fianco). Ma è stata la pandemia da coronavirus il fattore decisivo che ha convinto le istituzioni europee ad avviare una profonda e allargata riflessione sul futuro comunitario.
Il 10 marzo il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, il primo ministro portoghese António Costa a nome della presidenza del Consiglio dell’Unione Europea e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen hanno firmato la Dichiarazione comune sulla Conferenza sul futuro dell’Europa intitolata Dialogo con i cittadini per la democrazia. Costruire un’Europa più resiliente.
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