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Documenti, 17/2021, 01/10/2021, pag. 559

Francesco: ritornare a messa

Card. Pietro Parolin

In occasione della 71ª Settimana liturgica nazionale (Cremona, 23-26.8.2021), il 23 agosto papa Francesco ha inviato per il tramite del cardinale segretario di stato Pietro Parolin un Messaggio al presidente del Centro di azione liturgica, il vescovo di Castellaneta mons. Claudio Maniago. Nel testo il papa auspica un’azione mirata alla necessità di riportare la messa al centro della fede e della spiritualità, dopo il «digiuno» liturgico causato dalle misure di contrasto alla diffusione del COVID-19 (www.vatican.va).

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Documenti, 2025-7

L'Europa e il suo ruolo di pace

Card. Pietro Parolin, Consiglio delle conferenze episcopali d'Europa

Dal 26 al 28 marzo i vescovi cattolici europei si sono riuniti a Nemi, in Italia, per l’Assemblea plenaria di primavera, e nella loro dichiarazione finale Guardare all’Europa con speranza, approvata il 28 marzo, si sono schierati a favore del multilateralismo, della democrazia, del diritto internazionale e di un’Europa unita che rimanga un progetto di pace e libertà. Il presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione Europea è il vescovo italiano Mariano Crociata (Latina). Alla plenaria ha partecipato anche il segretario di Stato vaticano card. Pietro Parolin, che nel suo intervento il 26 marzo ha ricordato che «è dovere nostro stare vicino al popolo ucraino ingiustamente aggredito, aiutarlo nella misura delle possibilità di ciascuno e chiedere alle parti belligeranti e all’intera Comunità internazionale di adoperarsi per una rapida e giusta soluzione». A proposito delle scelte che l’UE deve intraprendere in un ordine internazionale radicalmente mutato, il segretario di Stato si augura che «le nuove relazioni transatlantiche siano l’occasione di una maggiore presa di coscienza collettiva del ruolo e delle responsabilità che l’Europa ha nel mondo, senza cedere a una logica difensiva e di mero riarmo che diviene prodromo di chiusure e nuovi conflitti. Per noi cristiani c’è una sola famiglia umana e siamo tutti fratelli e sorelle… Non si possono tralasciare obblighi morali come l’aiuto umanitario e lo sviluppo dei paesi più poveri, il rispetto dei diritti umani e la tutela dell’ambiente».

 

Documenti, 2024-5

La Santa Sede: stop alla Commissione sinodale

Card. Pietro Parolin; card. Víctor M. Fernández; card. Robert F. Prevost

Con una lettera del 16 gennaio la Santa Sede ha temporaneamente sospeso la prevista istituzione di una commissione, formata da vescovi e laici, che secondo quanto deciso dal Cammino sinodale tedesco avrebbe dovuto portare alla formazione di un Consiglio sinodale permanente. Pubblichiamo la lettera (www.katolisch.de, nostra traduzione dal tedesco).

 

Documenti, 2023-3

Ritrovare lo spirito di Helsinki

Card. Pietro Parolin, segretario di stato vaticano

Il 13 dicembre 2022 l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, in collaborazione con la rivista di geopolitica Limes e i media vaticani, ha organizzato una conferenza su «L’Europa e la guerra. Dallo spirito di Helsinki alle prospettive di pace». All’incontro ha partecipato il segretario di stato vaticano card. Pietro Parolin, con un intervento intitolato «Dallo spirito di Helsinki alle prospettive di pace». Atto finale della Conferenza di Helsinki (o Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa), gli Accordi di Helsinki furono firmati il 1° agosto 1975 da 33 paesi europei dell’Est e dell’Ovest e da Stati Uniti e Canada, e stabilirono dieci principi che contribuirono alla distensione in Europa.

Secondo il segretario di stato vaticano, oggi «non ci sono le condizioni perché si ripeta quanto accaduto a Helsinki». Tuttavia «non possiamo leggere il presente e immaginare il futuro soltanto sulla base dei vecchi schemi, delle vecchie alleanze militari o delle colonizzazioni ideologiche ed economiche». È necessario «un maggiore coinvolgimento… della società civile europea, dei movimenti per la pace» per «rinfrescare e ringiovanire quei concetti di pace e solidarietà che vengono richiamati, a volte “a gettone” e secondo le convenienze, ma dei quali oggi pochi sembrano prendersi effettivamente cura». In questo processo l’Europa deve tornare a essere «faro di una civiltà fondata sulla pace, sul diritto e sulla giustizia internazionale».