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Documenti, 15/2021, 01/09/2021, pag. 460

Occhi

Mons. Lauro Tisi, arcivescovo di Trento

Nel tornare gradualmente alla normalità dopo la crisi pandemica, ci è consegnata la sfida di «dare occhi nuovi a quello sguardo che, pur con il volto fasciato da una mascherina, ci ha permesso di riconoscerci», e «Dio ci liberi dalla tentazione del passare la spugna sull’enorme numero di biografie e di progetti cancellati dal virus». Lo scrive l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi nella Lettera alla comunità dal titolo Occhi, una riflessione spirituale e pastorale pubblicata il 26 giugno in occasione della festa di San Vigilio, patrono di Trento.
«Il progressivo ritorno alla normalità non riduca la pandemia a una pagina sgualcita nel libro delle nostre vite. Non lo possiamo fare per il rispetto e l’onore che merita chi, giunto a quella pagina, si è trovato a interrompere la propria narrazione», scrive il vescovo. L’osservazione si allarga anche alla Chiesa italiana, in procinto di avviare il proprio cammino sinodale, con una certa misura di autocritica: «Dallo scrigno della parola di Dio, con fatica abbiamo saputo attingere la notizia che in Gesù la morte è vinta, e non siamo più soli nel nostro morire… Presi dall’ansia di far ripartire la nostra macchina rituale, ci siamo scoperti smemorati e increduli anche di fronte alla profezia francescana che chiama la morte “sorella”, evitando di espellerla dall’orizzonte della nostra esistenza». Tuttavia «se funzionerà davvero il percorso sinodale, avremo davanti anni inquieti. Ma sarà il segnale che, finalmente, il Vangelo sarà tornato ad animare la Chiesa».

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