Le scuole residenziali per gli indigeni
Dalla scoperta, negli scorsi mesi, di centinaia di sepolture senza identificazione nei pressi delle scuole residenziali (i «convitti indiani») per bambini indigeni nelle province canadesi della Columbia britannica e di Saskatchewan, si è riaperto in Canada il dibattito sulla tragica storia di colonialismo che vi sta dietro e sul ruolo delle Chiese in quel sistema educativo.
Poiché il paese ha cominciato a fare i conti con quella vicenda a partire dagli anni Novanta, e vi ha dedicato il lavoro di una Commissione verità e riconciliazione che ha pubblicato il suo Rapporto finale nel 2015, l’arcidiocesi di Toronto il 9 luglio ha pubblicato uno studio intitolato Background per i cattolici: le scuole residenziali, nel quale si ricapitola il percorso svolto dalle Chiese canadesi e dalla comunità civile per affrontare l’impatto della colonizzazione e il coinvolgimento della Chiesa nelle scuole residenziali, in modo da rispondere alla sofferenza dei popoli indigeni e agli effetti persistenti del trauma intergenerazionale.
La Commissione verità e riconciliazione aveva rivolto anche alla Chiesa cattolica alcuni appelli, tra cui un invito al papa a recarsi in Canada per consegnare alle vittime del sistema dei convitti indiani una richiesta di perdono. Un incontro del papa in Vaticano con i rappresentanti degli indigeni canadesi è intanto stato fissato per il prossimo dicembre.
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