Il ministero del vescovo nel cambiamento
Il pontificato di Francesco, in particolare con l’esortazione apostolica Evangelii gaudium e la costituzione apostolica Episcopalis communio, nell’ambito di un progetto complessivo di riforma ha posto un’attenzione particolare sul ministero del vescovo. In questa luce «può risultare particolarmente significativo soffermarsi sul munus regendi ac pascendi e da questa prospettiva riflettere sull’identità del vescovo, sulla sua soggettualità peculiare e sull’esercizio di autorità nella Chiesa popolo sacerdotale, profetico, regale», come fa la teologa Serena Noceti in questo saggio dal titolo «Munus regendi ac pascendi del vescovo. Una riflessione a partire dai documenti del concilio Vaticano II», che nasce all’interno di una serie di seminari sull’esercizio dell’episcopato oggi promossi dalla presidenza dell’Associazione teologica italiana, a cui hanno partecipato teologi sistematici, canonisti e vescovi. È stato presentato in questa forma definitiva il 15 febbraio scorso.
L’esame di due passi dei documenti del concilio Vaticano II dedicati alla declinazione del munus «regale» nel ministero episcopale (Lumen gentium, n. 27 e Christus Dominus, n. 16) porta a concludere che «sta al vescovo, custode dell’unità del “noi” ecclesiale e garante della fede apostolica che fa Chiesa, trovare il punto di equilibrio tra realizzazione di cambiamenti e valorizzazione delle istituzioni ecclesiali esistenti».
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