Violenze e segreto della confessione
Il 18 dicembre 2018 la Conferenza episcopale del Belgio ha divulgato un lungo comunicato intitolato Segreto professionale e segreto della confessione, in seguito alla condanna di un prete, da parte del tribunale di Bruges, a un mese di detenzione con condizionale per omissione di soccorso a persona in pericolo, ritenendo che il religioso avesse mancato nel non dare l’allerta, quando al telefono una persona lo aveva messo a parte dell’intenzione di suicidarsi.
Data l’importanza della questione anche nel coinvolgimento di assistenti spirituali e confessori in casi di violenza sessuale su minori, i vescovi ricordano dunque le regole fondamentali in materia di segreto professionale e quelle che riguardano il segreto della confessione. «I presbiteri che agiscono in quanto persona di fiducia o guide spirituali devono… operare accuratamente la distinzione o la transizione fra un colloquio in quanto guida (coperto dal segreto professionale ordinario e in cui esiste il diritto di comunicare) e la confessione stessa (coperta dal segreto della confessione)». E comunque «in caso di urgenza, il segreto della confessione non può servire da pretesto per non prendere misure precauzionali».
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