Cattolici in Medio Oriente dopo l’ISIS
«I nostri paesi hanno e avranno un corso e un futuro solo nel rispetto dei diritti di tutti i cittadini». Dal 26 al 30 novembre si è tenuta la 26a Conferenza del Consiglio dei patriarchi cattolici d’Oriente, per la prima volta a Baghdad, in quell’Iraq uscito un anno fa dal sanguinoso conflitto con il sedicente Stato islamico (2014-2017).
Nel Comunicato finale che qui pubblichiamo (30 novembre), i patriarchi cattolici mediorientali esaminano la situazione delle comunità cristiane dei paesi che rappresentano: Iraq, Siria, Libano, Palestina, Giordania, Egitto. Dove oltre alla distruzione provocata dalla guerra permane la piaga dell’«emorragia dell’emigrazione», che colpendo in prevalenza le generazioni giovani minaccia il futuro della regione e la presenza cristiana in Oriente.
Concentrandosi in particolare sulla questione giovanile, che è stata anche al centro del recente Sinodo, i leader cattolici del Medio Oriente chiedono aiuto perché siano ripristinate le condizioni di stabilità che consentano ai giovani di resistere e avere un futuro nella propria terra, soprattutto facendo leva sul principio dell’uguaglianza di tutti i cittadini e della libertà religiosa, come già invocato nella lettera pastorale di maggio I cristiani d’Oriente oggi (cf. Regno-doc. 13,2018,393).
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