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Documenti, 9/2018, 01/05/2018, pag. 293

Dolore e vergogna

Lettera ai vescovi del Cile a seguito del rapporto consegnato da mons. Charles J. Scicluna

Francesco

«Scrivo a voi… per sollecitare umilmente la vostra collaborazione e assistenza nel discernimento delle misure che dovranno essere adottate a breve, medio e lungo termine per ripristinare la comunione ecclesiale in Cile, al fine di riparare per quanto possibile allo scandalo e ristabilire la giustizia». Lo scandalo relativo alle violenze, subite da minori da parte di esponenti del clero e insabbiate o coperte da preti e vescovi, era emerso durante e dopo la recente visita di papa Francesco in Cile (cf. Regno-doc. 3,2018,83; Regno-att. 4,2018,73). Dopo il rapporto consegnatogli dal vescovo maltese mons. Charles Scicluna, che Francesco ha inviato nel paese dal 20 febbraio al 1° marzo per raccogliere maggiori informazioni, il papa ha inviato l’11 febbraio questa lettera all’episcopato cileno, invitandolo a Roma «per dialogare sulle conclusioni della suddetta visita e sulle mie conclusioni». La lettera contiene un’ammissione di responsabilità e una richiesta di perdono: «Sono incorso in gravi errori di valutazione e percezione della situazione, in particolare per mancanza d’informazioni veritiere ed equilibrate. Fin da ora chiedo scusa a tutti quelli che ho offeso e spero di poterlo fare personalmente, nelle prossime settimane, negli incontri che avrò con rappresentanti delle persone intervistate».

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La nuova Vos estis lux mundi

Aggiornato il motu proprio sulla prevenzione e il contrasto delle violenze sessuali su minori

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«Considerate le osservazioni pervenute dalle conferenze episcopali e dai dicasteri della curia romana, valutata l’esperienza di questi anni, per favorire una migliore applicazione di quanto stabilito», dopo un triennio di sperimentazione il 23 marzo papa Francesco ha emanato una nuova versione della lettera apostolica motu proprio Vos estis lux mundi sulla prevenzione e il contrasto delle violenze sessuali su minori nella Chiesa, promulgata il 9 maggio 2019 (Regno-doc. 11,2019,325).

Le modifiche riguardano essenzialmente quattro aspetti. Innanzitutto le nuove norme si applicano, oltre che ai chierici e ai religiosi, anche al personale delle associazioni internazionali di fedeli riconosciute o erette dalla Santa Sede (vedi l’elenco qui: bit.ly/41Wbvfe), per alcune delle quali sono emersi di recente casi di abusi. Secondo: laddove per i chierici è d’obbligo riferire di casi di violenza conosciuti, da ora è possibile anche ai laici fare una segnalazione in merito. In terzo luogo entrano tra le possibili vittime, ed equiparate ai minori, anche le persone «abitualmente con uso imperfetto della ragione» (armonizzandosi con il nuovo Libro VI del Codice di diritto canonico). Infine tutte le diocesi dovranno creare un ufficio per le segnalazioni, e non accontentarsi di strutture minori o di altro tipo.