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Documenti, 7/2018, 01/04/2018, pag. 201

Padre Pio, apostolo del confessionale

Visita pastorale a San Giovanni Rotondo (17 marzo 2018)

Francesco

«I gruppi di preghiera, gli ammalati della Casa sollievo, il confessionale; tre segni visibili, che ci ricordano tre eredità preziose: la preghiera, la piccolezza e la sapienza di vita». Dopo aver visitato nel 2017 Bozzolo e Barbiana, luoghi legati alla memoria di don Primo Mazzolari e di don Lorenzo Milani (Regno-doc. 15,2017,455), papa Francesco il 17 marzo ha compiuto un’altra tappa di un ideale pellegrinaggio sulle orme delle figure di consacrati che hanno contribuito a plasmare la Chiesa italiana del Novecento, recandosi a Pietrelcina, luogo natale di padre Pio, e San Giovanni Rotondo, nel cui monastero il santo, frate minore cappuccino, visse la maggior parte della sua vita. Occasione della visita pastorale era il centenario dell’apparizione delle stimmate permanenti (1918) e il 50° anniversario della morte (1968). Anche in questo caso, come nei due precedenti, si è trattato di un personaggio dalla grande influenza, ma con un rapporto spesso difficile con l’istituzione ecclesiale.

«San Pio ha offerto la vita e innumerevoli sofferenze per far incontrare il Signore ai fratelli. E il mezzo decisivo per incontrarlo era la confessione, il sacramento della riconciliazione. Lì comincia e ricomincia una vita sapiente, amata e perdonata, lì inizia la guarigione del cuore. Padre Pio è stato un apostolo del confessionale».

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La nuova Vos estis lux mundi

Aggiornato il motu proprio sulla prevenzione e il contrasto delle violenze sessuali su minori

Francesco

«Considerate le osservazioni pervenute dalle conferenze episcopali e dai dicasteri della curia romana, valutata l’esperienza di questi anni, per favorire una migliore applicazione di quanto stabilito», dopo un triennio di sperimentazione il 23 marzo papa Francesco ha emanato una nuova versione della lettera apostolica motu proprio Vos estis lux mundi sulla prevenzione e il contrasto delle violenze sessuali su minori nella Chiesa, promulgata il 9 maggio 2019 (Regno-doc. 11,2019,325).

Le modifiche riguardano essenzialmente quattro aspetti. Innanzitutto le nuove norme si applicano, oltre che ai chierici e ai religiosi, anche al personale delle associazioni internazionali di fedeli riconosciute o erette dalla Santa Sede (vedi l’elenco qui: bit.ly/41Wbvfe), per alcune delle quali sono emersi di recente casi di abusi. Secondo: laddove per i chierici è d’obbligo riferire di casi di violenza conosciuti, da ora è possibile anche ai laici fare una segnalazione in merito. In terzo luogo entrano tra le possibili vittime, ed equiparate ai minori, anche le persone «abitualmente con uso imperfetto della ragione» (armonizzandosi con il nuovo Libro VI del Codice di diritto canonico). Infine tutte le diocesi dovranno creare un ufficio per le segnalazioni, e non accontentarsi di strutture minori o di altro tipo.