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Documenti, 9/2017, 01/05/2017, pag. 257

Una rinnovata fraternità in nome di Dio

Alla Conferenza internazionale per la pace al Cairo; incontri con le autorità egiziane; Dichiarazione comune con Tawadros II

Francesco

L’atteso viaggio di papa Francesco in Egitto, il 28 e 29 aprile 2017, che egli stesso in aereo ha definito un «viaggio della fraternità», ha avuto due punti focali: il dialogo interreligioso con l’Università di Al-Azhar, la più alta istituzione teologica e d’istruzione religiosa dell’islam sunnita nel mondo e la più antica università islamica; e il dialogo ecumenico con papa Tawadros II, il patriarca di Alessandria della Chiesa ortodossa copta.

«Si levi il sole di una rinnovata fraternità in nome di Dio e sorga da questa terra, baciata dal sole, l’alba di una civiltà della pace e dell’incontro. Interceda per questo san Francesco di Assisi, che otto secoli fa venne in Egitto e incontrò il sultano Malik al Kamil», ha detto Francesco intervenendo alla Conferenza internazionale per la pace, organizzata dal grande imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyib al Cairo dal 26 al 29 aprile, che segna una nuova partenza nel dialogo tra la Santa Sede e l’islam sunnita. Il giorno precedente era intervenuto il patriarca ecumenico, Bartolomeo I (cf. riquadro). E la Dichiarazione comune firmata con il papa copto Tawadros II segna un altro punto importante, in quanto le due confessioni cristiane riconoscono reciprocamente la validità dell’altrui battesimo.

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Dilexit nos

Lettera enciclica sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo

Francesco

La quarta enciclica di papa Francesco, pubblicata il 24 ottobre, porta il titolo di Dilexit nos («Ci ha amati», Rm 8,37), ed è stata descritta dal teologo e vescovo mons. Bruno Forte nella conferenza stampa di presentazione come originata «dall’esperienza spirituale di papa Francesco, che avverte il dramma delle enormi sofferenze prodotte dalle guerre e dalle tante violenze in corso e vuol farsi vicino a chi soffre proponendo il messaggio dell’amore divino che viene a salvarci»; e tale da offrire «la chiave di lettura dell’intero magistero di questo papa».

Nella nuova enciclica, divisa in cinque capitoli, il papa àncora nell’esperienza diretta dell’amore di Gesù, simboleggiato dal Sacro Cuore, il fondamento della fede e della carità attiva: «Ciò che questo documento esprime permette di scoprire che quanto è scritto nelle encicliche sociali Laudato si’ e Fratelli tutti non è estraneo al nostro incontro con l’amore di Gesù Cristo, perché, abbeverandoci a questo amore, diventiamo capaci di tessere legami fraterni... e di prenderci cura insieme della nostra casa comune» (n. 217). «Oggi tutto si compra e si paga, e sembra che il senso stesso della dignità dipenda da cose che si ottengono con il potere del denaro… L’amore di Cristo è fuori da questo ingranaggio perverso... Egli è in grado di dare un cuore a questa terra e di reinventare l’amore laddove pensiamo che la capacità di amare sia morta per sempre» (n. 218).

Documenti, 2024-19

Dall’ascolto alle proposte

Seconda sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi (2-27 ottobre 2024)

Francesco, card. Mario Grech, card. Jean-Claude Hollerich

«Questa Assemblea, guidata dallo Spirito Santo, … dovrà offrire il suo contributo perché si realizzi una Chiesa sinodale in missione, che sappia uscire da se stessa e abitare le periferie geografiche ed esistenziali avendo cura di stabilire legami con tutti in Cristo nostro fratello e Signore». Così papa Francesco, il 2 ottobre, ha aperto la seconda e conclusiva sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi (2021-2024), che ha poi continuato i suoi lavori fino al 27 ottobre sul tema «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione». Successivamente il segretario generale del Sinodo, il cardinale maltese Mario Grech, ha ricordato: «Il Sinodo è essenzialmente una scuola del discernimento: è la Chiesa radunata insieme con Pietro per discernere insieme», perché «tanti pensano che la finalità del Sinodo sia un cambiamento strutturale della Chiesa, sia la riforma. È questa un’ansia, un desiderio che attraversa tutta la Chiesa. Tutti noi la desideriamo, eppure non abbiamo tutti la stessa idea di riforma e delle sue priorità». Infine il relatore generale, il cardinale lussemburghese Jean-Claude Hollerich, ha spiegato l’obiettivo della seconda sessione: indicare «possibili traiettorie di crescita lungo cui invitare le Chiese a camminare».

Il 26 ottobre è stato pubblicato il Documento finale del Sinodo, votato dai 355 partecipanti con diritto di voto, per il quale rimandiamo al prossimo numero di «Documenti».

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Giovanni XXIII, Vi parlo al cuore

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