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Documenti, 7/2017, 01/04/2017, pag. 243

Chiediamo perdono

Nella chiusura dell'Anno santo straordinario della misericordia

Conferenza episcopale del Ruanda

È «totale» la «condanna del crimine di genocidio perpetrato contro i tutsi nel 1994» e di «tutte le azioni e ideologie legate alla discriminazione su base etnica», che hanno espresso i vescovi ruandesi nella lettera in kinyarwanda letta in tutte le parrocchie il 20 novembre scorso. Il Comunicato dei vescovi cattolici del Ruanda in occasione della chiusura dell’anno del Giubileo straordinario della misericordia, di cui Il Regno pubblica la prima traduzione, ha creato scalpore in Ruanda per via della polemica aperta dal governo del presidente Paul Kagame, che ha lamentato la mancanza di una richiesta di perdono da parte del Vaticano. «Benché la Chiesa non abbia dato mandato a nessuno di cedere al male, noi, vescovi cattolici del Ruanda, chiediamo perdono ancora una volta, in modo particolare, per tutti suoi figli… coinvolti nel genocidio», afferma la lettera. Una svolta inattesa si è avuta grazie alla visita di Kagame a papa Francesco il 20 marzo. «Durante i cordiali colloqui… – ha ribadito il comunicato ufficiale della Santa Sede – il papa ha manifestato il profondo dolore suo, della Santa Sede e della Chiesa per il genocidio contro i tutsi… ha rinnovato l’implorazione di perdono a Dio per i peccati e le mancanze della Chiesa e dei suoi membri… che hanno ceduto all’odio e alla violenza, tradendo la propria missione evangelica».

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