Ancora sulle traduzioni liturgiche
Al card. Robert Sarah sull’interpretazione del motu proprio Magnum principium
Dopo la pubblicazione in settembre del motu proprio Magnum principium, che ha modificato le norme che regolamentavano i compiti della Santa Sede e delle conferenze episcopali sugli adattamenti e le traduzioni liturgiche, a pochi giorni dall’entrata in vigore delle nuove disposizioni papa Francesco è dovuto intervenire nuovamente per chiarire e ribadirne ulteriormente il senso. Lo ha fatto in una Lettera a s.e. rev.ma il sig. card. Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, datata 15 ottobre e pubblicata il 22, per correggere l’errata interpretazione diffusa dal prefetto del dicastero vaticano dedicato alle questioni attinenti alla liturgia. Questi in un Commentaire pubblicato sulla rivista francese L’homme nouveau e in traduzione italiana su La nuova bussola quotidiana il 12 ottobre, sosteneva che le traduzioni realizzate e approvate dalle conferenze episcopali dovessero «essere conformi in ogni punto» all’istruzione Liturgiam authenticam, e che il giudizio ultimo sulle traduzioni spettasse ancora al dicastero. Il papa afferma invece che alcuni punti della Liturgiam authenticam sono stati abrogati, e che «ora la norma concede alle conferenze episcopali la facoltà di giudicare la bontà e la coerenza… nelle traduzioni dall’originale, se pure in dialogo con la Santa Sede».
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